La Russa: "Il 25 aprile sia un momento di unione". Ma è polemica perché non si alza in piedi mentre interviene in Senato

Raffaella Paita di Italia Viva gli ha chiesto di non rimanere seduto mentre parlava della Liberazione. La seconda carica dello Stato ha ricordato quando a Fiuggi “affermavamo che l’antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici”

Ad ogni anniversario della Liberazione, le polemiche circondano una maggioranza di governo che in parte fa ancora fatica a dichiararsi antifascista. Questa volta, però, la scintilla non è stata un’affermazione, ma la postura a Palazzo Madama del presidente del Senato che, durante il suo intervento per le celebrazioni del 25 aprile, ha scelto di rimanere seduto. La capogruppo di Italia viva, Raffaella Pasta, ha invitato Ignazio La Russa ad alzarsi in piedi, come hanno fatto i parlamentari delle opposizioni. Il presidente del Senato si è quindi alzato, tra i brusii dell’emiciclo: “Ma poi dovreste stare in piedi mentre parlano anche tutti gli altri…”, ha replicato, aggiungendo che “non è una celebrazione di una persona scomparsa, è una celebrazione che guarda all’oggi, a ieri e al futuro. Mi pare che sia una polemica veramente fuori luogo ma, visto che anche a questo si potrebbe dare un’interpretazione strumentale, faccio quello che secondo me non è esatto, e cioè tenervi in piedi mentre parlo”.

 

Superata la parentesi polemica, La Russa ha sottolineato che “quello che conta è che la sincerità e profondità che deve unirci nel ricordare questa data è tale da poter essere momento di unione e non di divisione”, per andare in una “direzione di un comune riconoscimento dei valori che nascono dalla sconfitta del fascismo e dalla liberazione dall’occupazione nazista e che trovano nella Costituzione la massima espressione”. E poi ha invitato, “come immaginavo fin dall’inizio, a rimanere in piedi per celebrare il 25 aprile di 80 anni fa e per ricordare insieme i caduti, tutti i caduti, di quella terribile fase della nostra storia, sommando a loro – ha aggiunto – i caduti di tutte le guerre, anche di quelle in corso perché il nostro sia un inno alla speranza di pace e concordia che questo 25 Aprile spero possa esprimere con grande forza”. Prima, la seconda carica dello Stato aveva citato la svolta di Fiuggi, quando il Movimento sociale italiano, in cui ha militato fin da ragazzino, si è trasformato in Alleanza nazionale provando ad abbandonare i riferimenti ideologici al postfascismo. In quell’occasione, ha ricordato, “affermavamo che l’antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva inculcato”.

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