Lo status della penisola occupata da Mosca nel 2014 è il punto più complicato delle trattative: Zelensky la rivendica, per il tycoon "è stata persa molti anni fa" e "non è neanche oggetto di discussione"

Che tra l’amministrazione Trump e la Russia di Vladimir Putin ci fossero delle convergenze sulla guerra in Ucraina, e sulle eventuali soluzioni per arrivare a un cessate il fuoco, è chiaro ormai da settimane. Ma ora il Cremlino dice espressamente, tramite il portavoce Dmitry Peskov, che la posizione della Casa Bianca sulla Crimea è “pienamente coerente” con le posizioni russe. Lo status della penisola occupata da Mosca nel 2014 è tra i punti più spinosi delle trattative. Per la Casa Bianca potrebbe essere riconosciuta anche de iure alla Russia, come parte più complessiva di un accordo che rischia di includere anche la cessione dei cinque territori occupati dopo l’invasione del febbraio del 2022, mentre per Kiev è un territorio irrinunciabile e parte integrante della sovranità ucraina. 

 

Proprio sulla Crimea si è scatenato l’ultimo scontro tra Stati Uniti e Ucraina. Le rivendicazioni di Volodymyr Zelensky (che, dal Sudafrica, oggi 23 aprile ha ribadito che sulla penisola Kiev "non può cambiare idea") hanno portato prima il segretario di Stato americano, Marco Rubio, a cancellare il suo viaggio a Londra, dove avrebbe dovuto incontrare i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia, Germania e Ucraina. Poi, sempre ieri - 23 aprile - Trump ha attaccato il leader ucraino e le sue parole, a suo dire dannose per i negoziati in corso, perché “la Crimea è stata persa molti anni fa” e “non è neanche oggetto di discussione”. Zelensky, ha incalzato il presidente americano con toni da ultimatum accusandolo di usare atteggiamenti "incendiari", “non farà altro che prolungare lo sterminio”. Il tycoon ha anche detto di aver raggiunto “un accordo con la Russia”  - che tra le altre cose prevede la promessa che Kiev non entrerà nella Nato -, mentre con il leader ucraino “finora è stato più difficile”. A Trump aveva replicato la vicepremier Yulia Svyrydenko, sostenendo che Kiev “è pronta a negoziare, ma non alla resa”. E ribadendo che “la Crimea è ucraina”. Intanto, la Russia continua a bombardare l'Ucraina: solo questa mattina raid su Kiev hanno causato diversi morti.

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