Mondo
8 aprile, 2025

Kallas in visita a Tirana: "L'ingresso dell'Albania nell'Unione europea entro il 2030 è un obiettivo realistico"

Secondo il premier Edi Rama, la Commissione Ue prevede di chiudere i negoziati entro due anni

L'adesione dell'Albania nell'Unione europea è sempre più vicina. Durante la sua visita a Tirana Kaja Kallas, l'Alto rappresentante Ue, ha parlato dell'ingresso del Paese delle aquile nelle istituzioni di Bruxelles entro il 2030 come di un "un obiettivo realistico, se tutti noi faremo i compiti a casa". Il percorso, avviato ufficialmente lo scorso 15 ottobre, prevede adesso l'approvazione dei 27 Stati membri. "Abbiamo un piano concordato con la Commissione europea per poter concludere i negoziati di adesione nel 2027. Il passo ulteriore è la ratifica da ogni singolo Paese membro. Prevediamo un periodo di due anni per questo processo, e quindi per essere realistici, ci aspettiamo di essere al tavolo dell'Ue, nel 2030", ha ribadito il premier albanese Edi Rama, nella conferenza stampa congiunta con Kallas. L'Albania, sta avanzando nel suo percorso di allineamento alla politica estera e di sicurezza di Bruxelles: ha aderito al sistema di sanzioni verso la Russia e ha offerto sostegno all'Ucraina. Azioni, che dimostrano "il vostro impegno per i valori europei, e che politicamente non è sempre facile fare", ha sottolineato Kallas, durante quella che è stata la seconda tappa della sua prima missione nei Balcani occidentali, dopo l'arrivo ieri - 7 aprile - in Montenegro. Nel pomeriggio dell'8 aprile è invece prevista la visita in Bosnia-Erzegovina.  

I cpr albanesi

L'Albania resta centrale nel dibattito internazionale anche per il protocollo sui migranti che la lega all'Italia: è atteso entro questa settimana il primo volo verso Tirana. Dopo il decreto approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 marzo, che trasforma le strutture in Albania in centri per rimpatri (Cpr), nel Paese non arriveranno più richiedenti asilo intercettati in mare, ma stranieri irregolari destinatari di un provvedimento di espulsione (convalidato dal magistrato). Dallo scorso ottobre i richiedenti asilo erano stati trasferiti per tre volte nel centro di Gjader, ma i giudici, appellandosi alla legislazione comunitaria, non hanno mai convalidato il trattenimento, motivo per cui i migranti sono sempre stati riportati in Italia. Da qui la decisione del governo di modificare la tipologia dei centri. Un portavoce della Commissione europea ha definito nei giorni scorsi il decreto "in linea con la legge Ue".

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