Ernst è un bambino cattivo. Zingaro, orfano, rifiutato da famiglie adottive e riformatori, viene etichettato come “ineducabile”: una condanna a morte, nella Germania di Hitler. Ernst Lossa finisce ?in uno degli ospedali psichiatrici nei quali i nazisti portavano avanti il programma Aktion T4 per eliminare i disabili fisici o mentali. L’indomabile Ernst, i suoi progetti di fuga e la sua lotta per gli altri pazienti hanno ispirato un libro di Robert Domes che è diventato film: “Nebbia in agosto”, in uscita il 19 gennaio, racconta questo capitolo di orrore nazista, parallelo a quello della Shoah.
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E mette ?a fuoco le colpe dei medici tra i “volenterosi carnefici” che hanno avuto un ruolo agghiacciante anche nei campi di concentramento. Il solo programma Aktion T4 ha portato alla morte almeno 200mila persone: lo racconta nei dettagli il saggio di Götz Aly ?che Einaudi manda in libreria negli stessi giorni, “Zavorre”.
Anche quest’anno il Giorno della memoria, anniversario della liberazione di Auschwitz del 27 gennaio 1945, porta con sé un corredo di film, libri ed eventi dedicati alle vittime dello sterminio nei lager. E quest’anno anche ai figli degli aguzzini. In “Figli di nazisti” (Bompiani), Tania Crasnianski raccoglie otto storie esemplari di uomini e donne che di nome fanno Himmler o Mengele e che devono convivere con la pesante eredità delle colpe dei padri.
Per la prima volta, quest’anno a Roma sarà organizzata una maratona, “Run for Mem”: dieci chilometri tra i luoghi della deportazione e della Resistenza. Ma il grosso della “memoria” passa dalle librerie.
A fine gennaio torna un saggio fondamentale come “La distruzione degli ebrei d’Europa” di Raul Hilberg (Einaudi) e arriva un giallo come “Caccia alla marmotta” di Ulrich Becher (Baldini e Castoldi), ambientato nel 1938 tra gli austriaci fuggiti in Svizzera; opere di vittime della Shoah come “Le regole della vita” di Janusz Korczak (Mimesis), pedagogo polacco morto ?a Treblinka con i suoi allievi, e di testimoni, come Tadeusz Pankiewicz, “Il farmacista del ghetto di Cracovia” (Utet), che si ostinò a tenere aperto il suo negozio e diventò praticamente un abitante del quartiere. Ma anche romanzi d’invenzione come “Il museo delle penultime cose” di Massimiliano Boni (66thand2nd), che immagina la scoperta di un misterioso sopravvissuto alla Shoah in un’Italia scossa da una violenta deriva antisemita.
E per far partecipare al ricordo anche chi è nato nel Duemila, ?c’è un albo illustrato: “L’Orsetto di Fred”(Gallucci), di Iris Argaman con i disegni di Avi Ofer, racconta la storia di Fred Lessing, ebreo olandese che fu costretto alla clandestinità (come il resto della sua famiglia) per sfuggire alla persecuzione. La vicenda è raccontata da Orsetto, il peluche che accompagnò il piccolo Lessing in tutti i suoi spostamenti e che lui non abbandonò mai fino a quando lo ha donato allo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme, dove è ancora custodito.