Il campione di razzismo made in Usa spiega anche che cosa accadrà nell'enclave montana del Tennessee. "Come l'anno scorso, non faremo una discussione pedante per spaccare in quattro un capello, ma un seminario politico molto pratico sul modo di arrivare alla vittoria". Come per ogni organizzazione che si rispetti, seguono le informazioni sul costo dell'incontro, 75 dollari a testa incluso pranzo e passeggiata nelle Smoky Mountains con alla guida David Duke, ex congressman della Louisiana, ex affiliato al Partito democratico poi passato con i repubblicani e da sempre in linea con il Ku-Klux-Klan. Sbrigatevi, conclude Don Black, sono disponibili solo 150 posti.
Se a settembre sarà il turno di Black e dei suoi seguaci che lui conta in 130 mila utilizzando le registrazioni sul sito Stormfront (c'è anche la filiale italiana che ha pure messo on line una lista di nemici, magistrati e giornalisti in testa, da tenere d'occhio), ai primi di maggio il pastore Thomas Robb ha riunito i cosiddetti Knights (cavalieri) del Kkk poco fuori da Harrison, un paesino tra l'Arkansas e il Missouri. Il villaggio è circondato dalla foresta del parco nazionale di Ozarks dove Robb si è installato alla fine di una strada sterrata (l'amore per alberi e foreste non può che essere legato al ricordo di quando, impuniti, impiccavano agli alberi le loro vittime). Il meeting, al quale sono stati invitati anche alcuni giornalisti, si è svolto seguendo il copione di una sagra paesana della supremazia bianca, del razzismo, dell'odio contro negri ed ebrei ai quali sono state indirizzate frasi e giochi di parole volgari e politicamente impresentabili. Per rallegrare la comitiva si sono esibiti degli emuli dei rapper bianchi di successo con risultati vocali e sonori di livello infimo.
L'organizzazione The Southern Poverty Law Center segue con attenzione le diverse componenti che formano di fatto il partito razzista d'America e che hanno nel Ku-Klux-Klan un modello di riferimento. Come l'Imperial Klans of America, il secondo per numero di aderenti il cui leader, Ron Edwards, è stato arrestato per possesso e distribuzione di droga. The Southern Poverty Law Center di tanto in tanto lancia un allarme a seconda del pericolo che ciascun gruppo mostra attraverso i comportamenti dei suoi aderenti. E non sottovaluta il fenomeno, sicuramente ultra minoritario ma al tempo stesso la spia che gli Stati Uniti non hanno risolto una volta per tutte il problema razziale. Il seminario di Don Black o il meeting del pastore Thomas Robb possono apparire innocui e pittoreschi raduni di persone, uomini e donne, che vivono fuori dalla realtà. Ma quando certi discorsi diventano azioni, allora il diritto di parola e di pensiero senza limite alcuno che la Corte Suprema ha più volte ribadito anche di fronte a posizioni storicamente condannate dal mondo civile, prendono altre sembianze.
Prendiamo solo l'ultimo episodio della recente storia americana. Chi ne ha voglia può andare su YouTube e cercare il nome di J. T. Ready, di professione vigilante in Arizona, nella realtà di tutti i giorni un uomo ossessionato dagli immigrati clandestini e dagli ebrei che voleva avere un ruolo politico e non essere considerato una macchietta. Bene, alla fine dello scorso gennaio, J. T. è entrato a casa della sua fidanzata, l'ha uccisa, poi ha assassinato altri tre presenti prima di spararsi in testa. Il gesto di un folle? Basta leggere la sua lunghissima e-mail di addio per capire come il corto circuito sia stato prodotto da un miscuglio di razzismo anti-immigrati e anti-ebrei, dal desiderio di una politica tutta a favore dei bianchi e dal rifiuto ricevuto di fronte alla richiesta di essere accolto tra coloro che hanno il potere di prendere decisioni nello Stato dell'Arizona.
Se l'ossessione razzista ha portato J. T. Ready a sparare e uccidere innocenti, Wayde Lynn Kurt, 54 anni, è in carcere dal 30 agosto 2010, dietro le sbarre ha già trascorso una ventina di anni ed è stato appena condannato a passarne altri 13. Appartenente a Ordinist, un movimento razzista dei cosiddetti White Supremacist, i bianchi che si proclamano superiori a tutti gli altri, era in possesso di armi e con un compagno di avventure che in realtà lavorava per il Federal Bureau of Investigation, parlava e sparlava della necessità di uccidere il presidente Barack Obama. Quanti lupi solitari ci sono negli Stati Uniti che sognano la morte del presidente afroamericano? Difficile dare un numero, ma la storia dimostra che negli Usa l'assassinio del presidente si è ripetuto con frequenza (quattro sono stati uccisi e sono stati sventati reali tentativi di omicidio per una quindicina di inquilini della Casa Bianca).
L'America ospita il proprio nemico in casa. Ma spesso è portata a dimenticarlo. Tutti i giorni tiene vivo il ricordo di chi gli ha portato morte e distruzione con l'attentato alle Torri Gemelle mentre fa una certa fatica a rammentare di avere dentro le mura gente che il 19 aprile 1995 a Oklahoma City piazzò un camion-bomba davanti a un edificio del governo federale e lo fece esplodere uccidendo 168 persone e ferendone quasi 700. Fu l'opera di Timothy McVeigh, appartenente alla Milizia, movimento di estrema destra che si nutre di un misto di ideologie separatiste e razziste.
Anche oggi è tutto un fiorire di gruppi che certo non possono essere considerati un movimento di massa ma che comunque continuano a tenere vive le peggiori pulsioni che per decenni sono state il marchio di fabbrica del Kkk. È sempre il The Southern Poverty Law Center a tenere il conto dell'evoluzione del fenomeno segnalando l'Aryan Brotherhood in New Mexico e i Nazi Low Riders nella California del sud: sorti come gang di strada, si sono poi ideologizzati. Ultimo nato è l'American Third Position party, denominato per brevità A3P, un gruppo che fa della supremazia bianca la sua bandiera e che ha preso il via in California facendo poi proseliti in altri Stati americani. L'A3P ha tra i suoi fondatori un avvocato, William Daniel Johnson, e un professore universitario di psicologia, Kevin McDonald. Da subito ha espresso l'intenzione di partecipare alla vita politica.
