Elezioni 2022, il Movimento 5 Stelle oltre il 15 per cento. Giuseppe Conte: «Ci volevano morti, siamo primi al Sud e terzi nel Paese»

I pentastellati vanno molto bene nel Mezzogiorno, anche se la spinta non basta per fare il “miracolo” di superare i dem. Ma il flop di Di Maio e il distacco ridotto sul Pd bastano per far esultare il leader

Nelle ultime giornate sperava in una clamorosa sorpresa, ma alla fine il gran colpo non c’è stato. Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte alle 2,30 di notte si presenta nella sede di via di Campo Marzio e non può esultare come avrebbe sperato, anche se comunque non si distacca molto dal Pd e resta il terzo partito nel Paese: «Saremo all'opposizione, il fatto che siamo riusciti a compiere questa rimonta in un contesto che ci dava ai margini, conferma che quando hai idee e progetti i cittadini rispondono. Saremo intransigenti, il centrodestra sarà maggioranza in Parlamento ma non è maggioranza del Paese. Questo è frutto di una legge elettorale che vogliamo cambiare. Siamo il primo partito al Sud, il Pd comunque ha avuto una responsabilità enorme nella vittoria delle destre. Noi saremo l'avamposto per la realizzazione dell'agenda progressista, un progetto di paese che mira all'inclusione sociale e una transizione ecologica vera e non finta. Da questo punto di vista vedremo se il Pd ci verrà dietro ma senza nessun cartello o coalizione».

 

Unica consolazione vera è la fine politica dell’ex giovane leader del Movimento, Luigi Di Maio, sconfitto nel collegio di Napoli proprio dal 5 stelle Sergio Costa e con il suo partitino che non arriva all’1 per cento: «Di Maio? Voglio ricordare le battaglie vinte insieme». I 5 stelle comunque a Napoli conquistano altri due collegi uninominali.

 

Rispetto ai sondaggi del mese scorso comunque Conte porta il Movimento al 15-16 per cento e comunque è un successo. Anche se il dato non consente poi di fare quella festa sperata. Dopo i primi exit poll il primo a presentarsi in sala stampa è Rocco Casalino che non a caso mette subito le mani avanti: «Non commenteremo dati basati su exit poll, anche perché abbiamo sentore che questa volta ci saranno sorprese».

 

Il primo a parlare alle 23,30 è Michele Gubitosa: «Si tratta di dati ancora troppo parziali, ma se dovessero essere confermati è chiaro che si tratta di un risultato e una rimonta importante. Molti ci davano per morti e ora il Pd si deve fare qualche domanda», quando i primi exit poll danno il Movimento racchiuso tra il 14 e il 17 per cento. Fa capolino Paola Taverna, che spera di avvicinarsi al Pd fino all’ultimo: «Dai che gli exit poll come forbice tra il nostro massimo e il minimo del Pd ci danno vicini, speriamo».

 

Il Movimento non ha incassato risultati eclatanti nemmeno in una delle sue roccaforti dove si votata anche per la scelta del governatore: in Sicilia secondo gli exit poll di Opinio-Rai Renato Schifani (centrodestra) avrebbe vinto le elezioni con una percentuale che va da 37 al 41 per cento. Seguito da Cateno De Luca (Sicilia Vera), che si attesta tra il 24 e il 28 per cento. Al terzo posto la candidata di Pd-Cento passi, Caterina Chinnici tra il 15,5 e il 19,5 per cento, seguita dal candidato del M5s Nuccio Di Paola con una percentuale tra il 13 e il 17 per cento. Gli altri due candidati (Gaetano Armao e Eliana Esposito) si attesterebbero dall'1,5 al 3,5 per cento.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso