image/jpg_2149751.jpg
All'inizio si buttò sul progetto solo per far contenti i suoi figli: l'idea che Lisa Marie e Jack potessero ridere guardando il papà che appariva sullo schermo esibendo quel goffo dente d'oro e quell'ancora più ridicolo cappello da pirata. Ma otto anni dopo, alla vigilia del numero quattro della serie che si chiamerà "Oltre I confini del mare", è evidente che i "Pirati dei Caraibi" hanno finito per cambiare il corso della vita di Johnny Depp: l'outsider di "Edward mani di Forbice" è oggi l'attore più amato del pianeta, quasi una garanzia di successo. Anche "Rango", dove presta il look e in originale anche la voce a una lucertola che pensa di essere in un western di Sergio Leone, è stato un successo al di là di ogni previsione. Il nuovo "Pirati", girato con cineprese in 3D, dopo il debutto a Cannes arriverà nelle sale italiane dal 18 maggio. Oltre a Depp che torna nei panni di quell'adorabile codardo del capitano Jack Sparrow e si imbarca in un'avventura alla ricerca della Fonte dell'eterna giovinezza, ritroviamo Geoffrey Rush e Keith Richards. Non ci saranno più Orlando Bloom e nemmeno Keira Knightley, al loro posto ecco invece Penélope Cruz come la figlia del pirata Barbanera.

Adesso i suoi figli hanno 12 e nove anni. Continua a fare i "Pirati" per loro?

"Ormai hanno altri interessi e se lo faccio è in realtà per me. E per tutti quelli che sono venuti a vedere il secondo e il terzo della serie: erano troppo legati tra loro, difficili da seguire. Questo invece ha una storia fresca e divertente. Abbiamo poi portato nuovi personaggi, altri sono tornati".

Come Keith Richards, che torna nei panni del padre di Sparrow, il capitano Teague.
"Lo ha voluto indietro il pubblico e Keith questa volta ha molte più scene. E si è confermato un grande anche qui: è un uomo davvero straordinario. Per questo ho voluto fare un documentario su di lui, che è in fase di montaggio. Perché non sui Rolling Stones?, mi chiedono: perché il cuore del gruppo, il suo collante, è Keith".

E la Cruz, come è stato lavorare con lei?

"Un disastro: non smettevamo mai di ridere e abbiamo dovuto interrompere un sacco di riprese. Avevamo già lavorato insieme, in "Blow". Lei è come un faro di luce, ha un qualcosa di speciale, di molto stimolante. E ha contribuito a creare un'atmosfera davvero speciale".

Vedremo un "Pirati 5"?
"Non so bene che cos'altro potremmo cavare dal capitano Sparrow, ma se dovessimo riuscire a mettere assieme un'altra volta tutti i pezzi del puzzle, ci penserei di sicuro".

Elenchiamo gli ultimi film: un thriller, "Il turista". Poi un cartoon, "Rango". Ora i "Pirati". Rivedremo il Johnny Depp anticonvenzionale dei vecchi tempi, l'antieroe degli assurdi e indimenticabili film fatti sotto la direzione dell'amico Tim Burton?
"Beh, la sfida per me ogni volta è quella di cercare di restare fresco. Penso che la più grande responsabilità per un attore sia quella di non annoiare il suo pubblico e di offrire cose diverse, magari un qualcosa che proprio non si aspettano. Mi ha aiutato a capirlo anche Marlon Brando, tanti anni fa. Mi chiedeva: ma Johnny tu quanti film fai all'anno? A quei tempi ne facevo due o tre e mi guardò e mi disse: Devi rallentare. E perché, gli risposi. Perché abbiamo solo un numero limitato di volti in tasca, continuò Marlon. E non puoi usarli tutti, altrimenti resti senza troppo in fretta".

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Referendum 8-9 giugno, una battaglia per i diritti - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 30 maggio, è disponibile in edicola e in app