Il personaggio
Francesco Milleri, amico personale di Del Vecchio, è stato per anni un fornitore dell'azienda degli occhiali, a cui forniva servizi di consulenza per oltre 20 milioni l'anno. Ma nelle settimane scorse, dopo la fusione con il gruppo francese Essilor, ha venduto le azioni della sua società. Comprate da due suoi storici collaboratori
di Vittorio Malagutti
Nominato amministratore delegato di Luxottica alla fine del 2017, Francesco Milleri si è trovato da subito in una posizione quantomeno singolare. Guidava un grande gruppo quotato in Borsa di cui era allo stesso tempo un fornitore di rilievo. La Milleri e associati, poi ribattezzata Abstract, vendeva infatti a Luxottica applicazioni software per la gestione aziendale. Contratti importanti, per un valore che è andato via via crescendo fino a superare i 10 milioni di euro annui tra il 2017 e il 2018. Il doppio ruolo di Milleri, unito all’amicizia personale che da molto tempo lo lega all’azionista di maggioranza, Leonardo Del Vecchio, hanno creato problemi quando due anni fa è entrata nel vivo la complessa fusione tra Luxottica e la francese Essilor.
Pur di mettere in difficoltà il nuovo socio italiano, a Parigi non hanno esitato a usare il potenziale conflitto d’interessi del manager come pretesto per attaccare Del Vecchio. La contesa è arrivata a una svolta una settimana prima di Natale, quando la multinazionale dell’occhialeria, 17 miliardi di giro d’affari e 53 miliardi di valore in Borsa, ha annunciato un riassetto nella squadra di vertice del gruppo. Milleri è stato nominato amministratore delegato, di fatto scavalcando il vicepresidente esecutivo Hubert Sagnières, che resta come consigliere senza deleghe operative. Un altro manager transalpino, Paul du Saillant, sarà il vice del nuovo numero uno.
Fin qui il comunicato del gruppo con base a Parigi. Nel frattempo, Milleri ha anche fatto un passo indietro nel suo business personale, vendendo la società che fornisce soluzioni informatiche a Luxottica. Secondo quanto si legge nel bilancio 2019 del gruppo dell’occhialeria, l’accordo quadro (general agreement) in vigore fino alla fine del 2020 quantificava in 46 milioni nell’arco di due anni il valore di queste forniture. Nell’agosto scorso Milleri ha però venduto la sua Abstract srl. Nel ruolo di compratori sono scesi in campo due collaboratori di lunga data del manager, Stefano Reggiani e Silvia Ronchi, che già possedevano l’uno per cento ciascuno di Abstract. Il prezzo di vendita, si legge nel contratto, è stato pari a 30,7 milioni. Negli ultimi mesi del 2019 era già partita una girandola di operazioni societarie a cui hanno partecipato a vario titolo società partecipate da Milleri. Difficile comprendere la logica di questa giostra finanziaria. Resta agli atti che metà del prezzo d’acquisto di Abstract è stata coperto grazie a un prestito di 15 milioni concesso a due acquirenti da Banca Intesa, che ha preso in pegno le azioni della società ceduta.