Se volessimo immaginare un record, per questa sesta edizione della NSE Expoforum - la fiera dedicata alla Nuova Economia dello Spazio - è di sicuro quello di aver ospitato due astronauti di eccezione: Franco Malerba, classe 1964, che fu il primo Italiano nello Spazio e che ha partecipato ad NSE da espositore, con una startup innovativa. E anche il colonnello dell’aeronautica militare Walter Villadei, primo astronauta italiano ad aver partecipato alle pionieristiche missioni spaziali commerciali, pilotando la missione Axiom3 che lo scorso gennaio ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale, che ha ospitato l’equipaggio per quattordici giorni finalizzati alla realizzazione di esperimenti scientifici, di cui l’astronauta ci ha raccontato in una divertente chiacchierata a margine dell’incontro che lo attendeva con gli studenti romani in visita all’NSE.

 

 

Parliamo di missioni spaziali commerciali, sono il segno di un cambiamento radicale dell’approccio umano allo Spazio? 

Si tratta di un mondo, quello dello Spazio, che si sta radicalmente trasformando. L'ingresso dei privati sta iniettando nuove energie, nuove risorse, nuove idee, che lo renderanno sempre più accessibile. Lo Spazio rappresenta una storica frontiera per l’esplorazione scientifica e tecnologica. Nei prossimi anni ci saranno nuove infrastrutture spaziali orbitanti, anche private, che moltiplicheranno le occasioni di volo umano, con la conseguenza di una sempre Maggiore spinta sul progresso scientifico e sull’innovazione tecnologica.

 

La missione commerciale Axiom3 l’ha impegnata per 14 giorni nella ISS, ci racconti di quell’esperienza 

Un privilegio straordinario, quello di volare con questa missione internazionale completamente europea, con un il primo astronauta turco, il secondo svedese e il nostro comandante, un astronauta americano con doppia cittadinanza spagnola. E’ stata anche la dimostrazione che il mondo del ‘commercial space flight’ diventa un’occasione di collaborazione tra le Nazioni. Per quanto riguarda la ricerca scientifica, abbiamo sperimentato un modello differente, portando esperimenti operativi elaborati dall’Aeronautica Militare che punta alla sicurezza dello Spazio come premessa fondamentale per il progresso e lo sviluppo della Space Economy. In collaborazione con l'Agenzia spaziale italiana abbiamo anche condotto degli esperimenti scientifici di grande impatto, studiando ad esempio come le proteine amiloidi possano aggregarsi e generare malattie neurodegenerative come l’Althzaimer e il Parkinson, e quali potrebbero essere le contromisure per ridurre questi rischi in una società come la nostra che tendenzialmente sta invecchiando. Abbiamo poi sviluppato esperimenti provenienti dal mondo private, dell’industria, come le tute spaziali dotate di sensori in grado di monitorare lo stato di salute dell’astronauta. Lo Spazio si conferma palestra di innovazione scientifica e tecnologica straordinaria. La collaborazione con il mondo scientifico a Terra è straordinario e arricchisce anche l'astronauta, che impara delle cose nuove quando si avventura in queste tematiche innovative e di scienza.

 

L’ingresso dei capitali privati cambierà radicalmente l'assetto dei voli umani spaziali, con più occasioni di volo per tutti, ma come ci si dovrà preparare? 

Quello che sicuramente accadrà è che la Stazione Spaziale Internazionale, che ha iniziato il suo processo di assemblaggio nel 1998 avrà compiuto 30 anni nel 2028, che è l’anno in cui la Nasa inzierà a deorbitarla. Ci saranno quindi delle nuove infrastrutture private commerciali che inizieranno a operare, e questo è un processo in corso. Ci sono già diverse realtà, fra cui Axiom, che stanno competendo per riuscire a realizzare nuove infrastrutture, e di sicuro anche l’Italia svolgerà un ruolo di primo piano, parliamo di uno dei Paesi che ha da sempre contribuito al settore Space in maniera straordinaria, il 40% dell’ISS è stato realizzato dall’industria spaziale italiana. Anche la preparazione degli astronauti cambierà perchè saranno professionisti a supporto di progettualità provenienti dalle tradizionali agenzie spaziali, ma anche da altre istituzioni, private e pubbliche, interessate a condurre sperimentazioni spaziali.

 

Qual è il suo consiglio per i ragazzi e le ragazze che vogliano avvicinarsi alle professioni STEM? 

Innanzitutto diciamolo, lo Spazio non è solo per gli astronauti, ma ci sono tantissime professionalità che supportano gli astronauti quando vanno in volo. Dal mondo medico e della cura, al mondo degli istruttori, fino agli scienziati che poi consentono agli astronauti di portare nello Spazio esperimenti di valore. Quello che dico agli studenti è di essere consapevoli del fatto di vivere e studiare in un Paese che ha 60 anni di storia straordinaria nello Spazio, che può essere vissuto anche da loro come una dimensione molto concreta, soprattutto alla luce delle trasformazioni che questa commercializzazione dello Spazio, fra pubblico e privato, sta creando e continuerà a creare nel prossimo futuro.