Attualità
24 luglio, 2025Il settimanale, da venerdì 25 luglio, è disponibile in edicola e in app
Sono belli i grattacieli di Milano illuminati nel cielo del crepuscolo, nella foto di copertina del nuovo numero de L’Espresso. Belli ma avvelenati da una corsa all’edilizia lampo che si macchia di corruzione. “Cementopoli” è il titolo che rimanda all'articolo di Gianfrancesco Turano sull’inchiesta giudiziaria che ha terremotato politica e società del capoluogo lombardo. Tra rapporti troppo stretti tra palazzinari e amministratori, il sospetto di favori e mazzette e il nodo politico di un progetto urbanistico che esalta le disuguaglianze anziché risolverle e che, nota Sebastiano Messina, spacca anche la sinistra.
Il “modello Milano” trasforma le case in puri asset finanziari, è l’accusa del direttore Emilio Carelli nel suo editoriale; Enrico Bellavia, invece, bacchetta una politica che ha perso la bussola etica e oscilla tra forcaioli e garantisti e Diletta Bellotti ricorda che la bolla immobiliare è iniziata con l’Expo. E mentre il vicepresidente dell’ordine degli architetti di Milano, Alberto Bortolotti, sottolinea lo strapotere della finanza in un settore che dovrebbe garantire lo sviluppo equo delle città, Erica Manna firma un’inchiesta sull’edilizia pubblica milanese, tra appartamenti vuoti e sfratti selvaggi.
Per il governo Meloni i conti non tornano: si promette alla Nato di portare la spesa per le armi al 5 per cento del Pil ma, spiega Carlo Tecce, è evidente che il Paese non se lo può permettere. La politica è in fermento: Emilio Carelli intervista Luigi Marattin sul suo nuovo partito di Centro, Massimiliano Panarari scrive dei limiti del progetto di un accordo tra i partiti di opposizione, Marco Antonellis scava nel rapporto difficile tra Vannacci e la Lega. E Sergio Rizzo fa il punto su un malcostume che accomuna politici di destra e di sinistra, di ieri e di oggi: che pur di evitare una coda approfittano della loro posizione per ottenere trattamenti di favore per sé stessi e per amici e parenti.
Si torna sul progetto di Stati Uniti d’Europa a cui L’Espresso ha dedicato una copertina recente (ne scrive l’eurodeputato Sandro Gozi), si scava nel disagio dei nuovi sacerdoti (di Marco Grieco), si denunciano trattamenti disumani nelle Rsa (di Jonathan Moens, Natalie Donback e Joana Ascensão). Mentre il caldo continua ad aumentare (di Gennaro Tortorelli), uno studio spiega strategie per evitare gli incendi pensate su misura per i Paesi europei (di Angiola Codacci-Pisanelli). E Paolo Biondani firma un dizionario biografico degli eroi dell’antimafia.
Matteo Giusti da Damasco spiega la strategia che porta Israele a bombardare tutti gli Stati vicini, mentre Alae Al Said racconta la guerra simbolica – ma sanguinaria - contro i luoghi simbolo della memoria dei palestinesi. Quanto il genocidio in corso a Gaza colpisca i lettori de L’Espresso lo dimostra l’antologia di lettere scelte da Stefania Rossini. E l’attivista Thiago Avila racconta a Lidia Ginestra Giuffrida che dopo l’arresto dell’equipaggio della nave Madleen diretta a Gaza, la giustizia spagnola ha aperto un’inchiesta penale contro Netanyahu. Negli Stati Uniti, intanto, tra i democratici si fa strada una generazione di giovani rottamatori di successo (di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni).
In Economia, Gloria Riva fa il punto sulla crisi dell’industria italiana, che arriva con il fiatone allo scontro sui dazi minacciati dagli Usa, Antonia Matarrese mette a fuoco la nicchia di successo della produzione di caramelle, e Marta Di Donfrancesco racconta il progetto di una birra “delle donne per le donne”. Carlo Cottarelli bacchetta le proteste contro l’aumento delle spese di bilancio dell’Unione europea. Si parla anche di etica dell’intelligenza artificiale (di Andrea Ciucci), dell’Ai agent pronto a prendere tutte le decisioni per noi (di Marco Montemagno), del Circo Massimo svenduto all’industria dei concerti pop (dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino).
E L’Espresso chiude con una rassegna, curata da Emanuele Coen, di cantanti che si lanciano nel mondo dell’arte, e con un ritratto del torero filosofo Juan Belmonte firmato da Matteo Nucci. Bruno Ployer presenta un’opera lirica che prende in giro Trump, Francesca Barra firma un omaggio al coraggio di Giséle Pelicot, Agnese Pini racconta a Marco Roberti lo choc di scoprire che suo padre era un sacerdote spretato (è la storia del suo libro “La verità è un fuoco”). E un album fotografico curato da Tiziana Faraoni festeggia i 25 anni della rivoluzione che riportò il Nicaragua alla libertà.
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Cementopoli - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
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