Il progetto di un attentato ad Angela Merkel, un neonazista tedesco deciso a metterlo in pratica e un allarme inascoltato dal nostro ministero dell'Interno o dai servizi segreti tedeschi. Una trama che vede al centro l'Alto Adige. Il cancelliere tedesco in questi giorni è a Solda, sui monti a qualche decina di chilometri da Bolzano: si gode le vacanze senza sapere che proprio lì, a poca distanza dal suo albergo, un anno fa un neonazista tedesco si è incontrato con un gruppo di estremisti di casa nostra e ha parlato a lungo di un attentato da organizzare contro di lei.
A raccontare a "L'espresso" il giallo, sotto garanzia di anonimato, è un italiano che conosce e si muove con padronanza nel mondo neonazista di lingua tedesca, dalla Germania all'Alto Adige, passando per l'Austria. Vive a contatto con loro, conosce i loro volti, ha le loro stesse frequentazioni.
Andreas, lo chiameremo così, parla di H. P., cinquantenne tedesco: "È fissato, vuole fare un attentato alla Merkel. È armato e condivide il proposito con altri neonazisti tedeschi". H. P. vive a Bremerhaven, sulla costa del Mare del Nord, nel Land di Brema. "È un pazzo furioso", continua Andreas, "ed è molto violento. Si proclama nazista, ma è soprattutto un maniaco. Più volte ha ripetuto che se non trova un gruppo affidabile con cui organizzare l'atto terroristico, colpirà da solo: "Non ho nulla da perdere", ripete ai camerati. Vive con questa paranoia e credo che la polizia tedesca l'abbia perlomeno sottovalutato. Io non sarei così tranquillo e non è un millantatore, fa sul serio. Pure la figlia ha paura del padre e di cosa farà".
Secondo il racconto di Andreas, è proprio in Alto Adige che il presunto attentatore tedesco incontra i naziskin italiani. Più di un anno fa H. P. è infatti in Alto Adige per un lungo periodo e si vede con i gruppi neonazisti, in particolare con quelli di Merano, finiti in carcere nell'operazione Odessa, eseguita dalla procura e dalla questura di Bolzano, con 16 arrestati e circa cento denunciati. Tutti ragazzi attorno ai vent'anni. Un gruppo neonazista violento, accusato di aver fatto spedizioni punitive contro italiani, stranieri e contro gli avversari politici.
H. P. va nel covo di questi neonazisti a Saltusio, sopra Merano, e chiede ad alcuni di loro, nella ristretta cerchia dei capi, "di organizzare un gruppo armato per compiere un attentato. A loro però non gliene frega nulla, perché ce l'hanno soprattutto contro gli italiani". H. P. dice che tutti gli ebrei dovrebbero essere uccisi, "ma ha un obiettivo preciso che vuole mettere in pratica a tutti i costi: è la cancelliera Angela Merkel. Contro di lei si è appuntata la sua attenzione violenta". L'odio contro il capo del governo di Berlino è dettato dalla sua politica di "sinistra e dal baratro in cui ha gettato la Germania". H. P. è a Merano con una figlia, ma dopo alcuni mesi lascia la città altoatesina, visto che non trova collaboratori per il suo piano criminale. Fa ritorno a Bremerhaven.
Gli uomini della Digos vengono poi a sapere, durante gli interrogatori dei naziskin, di questo personaggio e del suo proposito e così trasmettono l'informativa al ministero dell'Interno a Roma. Da allora, tuttavia, secondo Andreas non è stata disposta nessuna perquisizione dalle autorità tedesche nella casa di H. P. il quale "agisce indisturbato. Altrimenti lo saprei", prosegue Andreas, "e per vivere continua a spacciare droga, ma lui non ne fa uso". Svastiche e droga, una variante neonazista. Pare, inoltre, che H. P. disponga di discreti mezzi finanziari e che in questi giorni sia tornato in Alto Adige. In vista dell'arrivo di Angela Merkel?