Un professionista cinquantenne che all'improvviso si trova a fare i conti con la recessione, la disoccupazione, la ricerca angosciosa di un nuovo lavoro. E' il protagonista di 'Circuito Chiuso', un cortometraggio-denuncia realizzato con i contributi raccolti via Internet

Crisi, l'incubo in un film

Un uomo di mezza età si sveglia in un interno piccolo borghese e fa colazione con la moglie e la figlia. Poi, mentre loro se ne vanno a scuola e al lavoro, resta seduto al tavolo del salotto senza nulla da fare, se non scorrere per l'ennesima volta gli annunci del quotidiano.

E' un professionista di mezza età disoccupato, situazione esistenziale sempre più comune nell'Italia della crisi: un italiano che all'improvviso si è accorto che ciò che credeva fosse il suo punto di forza, ovvero una lunga esperienza lavorativa, è diventato il suo tallone d'Achille, ciò che non serve per trovare un nuovo impiego. Quando si presenterà sbarbato ed elegante all'ennesimo colloquio, dopo aver compilato un lungo 'test attitudinale' e aver scritto che accetta anche contratti temporanei, sarà il suo stesso interlocutore, un dirigente delle risorse umane, a dirgli in faccia "la tua disperazione è la nostra forza" e ad offrigli, con una mossa paradossale, la pistola con cui farla finita quando il rapporto di lavoro sarà concluso.

La storia raccontata da 'Circuito Chiuso', il cortometraggio scritto da Riccardo Loffredo e diretto da Valentino Innocente di cui vi offriamo in anteprima una clip, è emblematica di un fenomeno sociale in aumento, eppure ancora – secondo il regista – trascurato dai media, che ne parlano solo se la disoccupazione o i debiti o la bancarotta, spingono appunto al suicidio (come nel recente caso di Bari, dove un disoccupato cinquantenne, ex agente di commercio, si è tolto la vita insieme alla moglie).

Per richiamare l'attenzione sul tema e per finanziare la realizzazione del suo cortometraggio, Innocente ha fatto ricorso al crowdfunding, ovvero a una raccolta fondi nata e gestita attraverso la pagina Facebook dedicata a 'Circuito Chiuso' e alla sua realizzazione. Per coprire i costi gli servivano cinquemila euro. Ai suoi sostenitori ha raccontato il progetto e spiegato le sue motivazioni. Chi decideva di contribuire al finanziamento aderiva dapprima virtualmente, senza pagare nulla e poi, al raggiungimento della somma necessaria, anche realmente: a ciascuno il regista ha fatto pervenire le coordinate per dare il proprio libero contributo economico. Ora il film è finito. Elegante nella fattura, è secco nei contenuti. Ma ha un momento di luce: il sorriso complice e tenero tra il padre e la figlia preadolescente al tavolo della colazione. Il barlume di speranza che, da una generazione all'altra, sembra spingere i più adulti a non mollare, per sé ma anche per chi verrà dopo.

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