Dominique Appleby, la supertestimone citata dal Cavaliere come prova della sua innocenza, riceveva, anche lei, fondi neri da Frank Agrama. E sapeva del processo in corso a Milano almeno dal 2007. Ecco i documenti che smentiscono la nuova versione del leader di Forza Italia sulla sua condanna per la compravendita dei diritti tv

Per smentire il nuovo presunto alibi di Silvio Berlusconi bastano i documenti del vecchio processo Mediaset, quello per cui è stato condannato con sentenza definitiva per frode fiscale e ora rischia la decadenza. Nella conferenza stampa di martedì 24 novembre il leader di Forza Italia ha letto stralci di una dichiarazione giurata (affidavit) firmata da una super testimone straniera che, a suo dire, proverebbe la sua innocenza.

Si chiama Dominique Appleby, ha precisato Berlusconi, ed è stata amministratrice di numerose società offshore controllate da Frank Agrama, l'imprenditore americano condannato a tre anni come complice del Cavaliere. Le rivelazioni di questa testimone, secondo il leader di Forza Italia, dovrebbero convincere i giudici di Brescia a ordinare la revisione del processo e quindi annullare la condanna definitiva.

Berlusconi ha sostenuto, in particolare, che la sua condanna si baserebbe esclusivamente sull'accusa di aver diviso con Agrama i fondi neri dei diritti tv, ricavati gonfiando le cifre pagate da Mediaset per comprare i film della Paramount. La signora Appleby, al contrario, sarebbe in grado di giurare che Agrama avrebbe sempre tenuto  il nero per sè, senza dare mai niente a Berlusconi. Quindi il Cavaliere e le sue aziende sarebbero soltanto vittime di una gigantesca truffa, architettata da Agrama in combutta con un dirigente della Paramount, Bruce Gordon, e un consulente della stessa Fininvest.

Un maxi raggiro che Agrama avrebbe realizzato presentandosi alla Fininvest come rappresentante della Paramount, e viceversa, truffando così per anni entrambe le aziende. Ma perché questa presunta super testimone salta fuori solo adesso? Lo stesso Cavaliere ha risposto che «solo nel luglio 2013» la signora Appleby sarebbe venuta a conoscenza del processo in corso in Italia, restandone tanto «choccata» da decidersi a contrattare la difesa di Berlusconi.

Tra gli atti del processo Mediaset, già esaminati dai giudici in tutti i gradi di giudizio, però, abbondano le prove che smentiscono tutta la ricostruzione proposta da Berlusconi. Ecco i tre documenti fondamentali, tratti dal libro "Il Cavaliere Nero" di Paolo Biondani e Carlo Porcedda.

Agrama si presentava alla Fininvest come rappresentante della Paramount? FALSO!
Questa lettera, datata 29 ottobre 2003, è stata inviata da Frank Agrama al presidente della Fininvest, Aldo Bonomo, e al direttore del gruppo, Afredo Messina. Lo scritto di Agrama si apre con queste parole: «Dal 1976, anno in cui ebbe inizio la collaborazione con le vostre società, ci adoperiamo in qualità di vostri rappresentanti facilitandovi nell'acquisto di film per tutte le vostre emittenti (Canale 5, rete 4, Italia 1...)».
Questa lettera dimostra, dunque, che i vertici della Fininvest erano informati fin dal 2003, cioè da almeno dieci anni, che Agrama dichiarava di essere un rappresentante della società di Berlusconi.
Anche gli avvocati del Cavaliere conosco da anni questa lettera, che è ampiamente citata nelle motivazioni della condanna, in quanto Agrama pretendeva dalla Fininvest un minimo garantito di 40 milioni di dollari all'anno, facendosi forte proprio del suo rapporto diretto con Silvio Berlusconi.


La nuova testimone della difesa ha saputo del processo solo nel 2013? FALSO!
Con questo documento ufficiale i magistrati svizzeri trasmettono alla procura di Milano le carte di un conto bancario, spiegando che il tribunale federale ha dato il via libera alla rogatoria: i giudici elvetici infatti, il 16 febbraio 2007, hanno respinto i ricorsi proposti «da Frank Agrama e Dominique O' Reilly-Appleby», cioè proprio dall'attuale presunta supertestimone, identificata con il suo cognome completo. Il documento delle autorità svizzere dimostra, dunque, che la signora Appleby era perfettamente informata già dal 2006-2007 del fatto che Agrama e Berlusconi fossero imputati a Milano, al punto che lei stessa aveva cercato di ostacolare la trasmissione dei documenti bancari svizzeri.


Una testimone affidabile, credibile e disinteressata? No, una prestanome pagata in nero da Agrama.
La signora O' Reilly-Appleby è citata anche in una consulenza tecnica depositata nel 2009 dalla procura di MIlano. A pagina 63 si legge che la presunta super testimone era l'intestataria, insieme a Frank Agrama, di un conto svizzero non dichiarato, che ha incassato 4 milioni e 292 mila dollari tra il 1995 e il 1997: soldi ricavati da Agrama proprio vendendo film a Mediaset. Lo stesso documento spiega che quel conto apparteneva personalmente alla signora O' Reilly (che è la stessa Appleby), mentre Agrama era solo il garante. La consulenza tecnica, in  sostanza, conclude che la signora Appleby avrebbe intascato personalmente fondi neri da Agrama. Se fosse vero che la Fininvest era vittima di Agrama, dunque, Berlusconi dovrebbe citare a giudizio la stessa supertestimone per farsi restituire quei 4,2 milioni di dollari.

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