Era uno stretto collaboratore del ministro il garante del Claudio Trust

Il nome è curioso: Claudius Trust. Che sia stato inventato perché l'imperatore romano Claudio aveva promesso un bonus di 15 mila sesterzi ai pretoriani a lui fedeli perché potesse ascendere al trono? O perché era stato un innovatore nell'amministrazione della giustizia? Chissà se queste domande si è posto Gaetano Terrin, ora componente del collegio sindacale delle Assicurazioni Generali, quando, di quel trust, fondato nelle Cook Islands in Polinesia nel settembre '97 dal finanziere statunitense Adrian A. Alexander, è stato nominato "protector", una figura importante nel mondo delle offshore. Il "protector" è una specie di "custode" o garante del trust: valuta se una certa operazione ha tutti i requisiti di fattibilità e convenienza. In quegli anni Terrin, classe 1960, commercialista, lavorava allo studio Tremonti, oggi Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e associati. Infatti nel curriculum vitae da lui presentato nel 2008 alle Generali si definisce «stretto collaboratore del professor Giulio Tremonti dal 1988, responsabile dello studio Tremonti associati di Padova sino al settembre 1998».

Tremonti, passato alla politica dal '94, diventerà ministro nel primo e nel secondo governo Berlusconi, lasciando temporaneamente la sua attività legale e togliendo il suo nome da quella sigla collettiva di professionisti. Sta di fatto che, sulla scheda del Claudius Trust, l'indirizzo del "protector" è proprio quello dello "Studio Tremonti via Crocefisso 12 Milano, Italy". Seguono i numeri di telefono e fax, gli stessi di oggi. Qui arriva la corrispondenza tra il giovane Terrin, John Mc Fadzien, manager del "Trustsnet (Cook Islands) Limited, il quartier generale dei trust delle Cook Islands, e uno dei più importanti studi di New York "Rubin, Bailin, Ortoli, Mayer, Baker & Fry", sede in Park Avenue.

Il business del Claudius Trust dev'essere consistente. Il 14 luglio '98 un preoccupato mister Mc Fadzien scrive a Terrin: «Dallo studio Tremonti è arrivato un fax che, a pagina due, sembra abbia la sua firma. L'abbiamo confrontata con altre del file, ma pare che ci sia una differenza significativa. Non vogliamo fare i difficili, ma dobbiamo proteggere gli interessi del trust, assicurando che richieste e approvazioni per trasferire fondi provengano da una fonte valida. Le chiediamo di identificare il settlor del Claudius Trust e l'avvocato americano che ne è il consulente».

Spiegazione. Succede un pasticcio e il rigido dirigente del Trustnet ha bisogno di garanzie. Vuole sapere da Terrin il nome del "settlor", quindi di chi ha dato origine al Claudius Trust, cioè la sua "faccia", Adrian Alexander, e del suo advisor di New York, in questo caso Richard Ortoli. L'equivoco è subito chiarito. Il giorno dopo, 15 luglio, Terrin provvede e lo spostamento di denaro viene realizzato. Il 7 dicembre '98 mister Ortoli telefona a Mc Fadzien. Gli annuncia che il Claudius Trust vuole vendere le sue quote del "Phoenix Advisory Service". Il "protector" acconsentirà? La richiesta plana sul fax milanese di Tremonti e associati. Terrin concederà il suo ok.

L'11 giugno'99 la liaison d'affari Ortoli-Terrin continua. È in ballo l'acquisto di azioni nella First Telebank Corp. Terrin dispone che la somma, 25 mila dollari, venga prelevata da un conto presso la First Albany, nella capitale dello Stato di New York. Ci dev'essere però un errore. Ortoli, che ha scritto di notte al "protector" milanese, se ne accorge: è colpa sua, in quell'istituto la provvista non c'è. E suggerisce invece di prenderla alla Bank of New Zealand, filiale di Singapore. Quattro mesi dopo, il 18 ottobre, il duo è ancora in scena. Si tratta di trasferire 200 mila dollari dalla stessa banca alla Vectra Bank del Colorado: andrà tutto in porto, ancora una volta.

Poi nel febbraio 2005 accade qualche cosa di strano. Adrian Alexander entra nel mirino della Sec, il cane da guardia della Borsa americana. È accusato di insider trading in occasione della scalata, nel '95, della Luxottica, alla Us Shoe Corp. Avrebbe utilizzato informazioni riservate provenienti da Susi Belli, dirigente della società di Leonardo Del Vecchio, che poi diventerà sua moglie. Se la caverà pagando 400 mila dollari di multa. Ma al "Trustnet" delle Cook Islands non si sono mai chiesti se il Claudius Trust è stato usato per scopi poco trasparenti? Il finale di questa storia sarà scritto nel 2006 quando quel trust verrà chiuso, con il consenso di Terrin, e Adrian Alexander ne uscirà con quanto vi era in portafoglio: fondi in un conto presso la Bank of New Zealand e azioni della Renal Tech International Llc.

"L'Espresso" ha rintracciato alcuni protagonisti di questa storia. Da New York l'avvocato Ortoli conferma il suo ruolo di advisor di Alexander e ricorda i rapporti con Terrin. Il quale tiene a precisare: «Ho svolto questo incarico a titolo personale, lo studio Tremonti non c'entra. Avevo conosciuto Alexander nel '95 in occasione di una sua iniziativa in Italia. Siamo diventati amici. E quando mi ha chiesto di diventare "protector" del Claudius Trust, ho accettato».

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