Di pensioni si occupò, la prima volta, da ministro del governo Dini. E sempre di pensioni, il 75enne Tiziano Treu, traghettatore della previdenza italiana dal sistema retributivo a quello contributivo, è tornato ad occuparsi di recente.
Da quando, il 30 settembre, il governo Renzi lo ha designato commissario straordinario dell’Inps. Tempo un mese e la sua nomina è diventata un caso parlamentare, finita nel mirino di un'interrogazione del Movimento 5 Stelle alla Camera.
«Viola il decreto Madia, che vieta alle amministrazioni di conferire ad ex lavoratori in pensione incarichi dirigenziali o direttivi», rileva il primo firmatario Marco Baldassarre. «Incarichi e collaborazioni sono consentiti esclusivamente a titolo gratuito mentre, stando al decreto di nomina, il neo commissario guadagnerà oltre 210mila euro l’anno».
Poi c'è la questione del conflitto di interessi legata, secondo il M5S, all'attività professionale di Treu nella Crowe Horwath Trustee Services It srl, studio di consulenza e di pianificazione aziendale. «Rapporto cessato all’atto dell’assunzione del nuovo incarico al pari di tutti gli incarichi e cariche incompatibili con lo stesso, come dichiarato da Treu sotto la sua responsabilità», ha chiarito in Aula il ministro del Lavoro Poletti rispondendo ai rilievi di Baldassarre. Eppure, alla data del 29 ottobre, giorno della discussione dell’interrogazione, da visura camerale l’attuale commissario straordinario dell’Inps risultava ancora presidente del Cda della Crowe Horwath, presidente del Cda di Airport Handling spa, presidente del consiglio direttivo della Fondazione Adecco per le pari opportunità e consigliere di Intesa Sanpaolo Formazione scpa.
Contattato dall’Espresso Tiziano Treu conferma la versione di Poletti. «Ho presentato formali dimissioni dallo studio Crowe Horwath, da Intesa Sanpaolo Formazione e da Airport Handling spa», assicura il commissario straordinario dell’Inps, «Resta solo la carica, a titolo gratuito, in via di scadenza e che non intendo rinnovare, di presidente della Fondazione Adecco, un’istituzione che si occupa di beneficienza e che se anche mantenessi non configurerebbe alcun conflitto d’interessi». Che invece, secondo il M5S, si potrebbe ipotizzare se lo studio Crowe Horwath avesse svolto «consulenze, incarichi o altri tipi di rapporti» per conto dell'Inps. «In passato ci sarà stata certamente qualche consulenza, sia pro che contro l’Inps, ma di cui personalmente non mi sono mai occupato. Tenga conto che nello studio lavorano oltre 150 avvocati», precisa Treu.
Resta poi la questione dell'incompatibilità del suo status di pensionato con la nomina a commissario straordinario, esclusa in Aula da Poletti. «Mi sono rimesso alle valutazioni del governo, d’altra parte interpretare la norma non era compito mio», osserva ancora Treu sul punto. «C’è da dire - precisa - che la norma si riferisce agli incarichi conferiti a pensionati dalle amministrazioni pubbliche e non alle nomine, come nel mio caso, effettuate dal governo. Chiarito che la nomina a commissario è legittima, non sussiste neppure l’obbligo della gratuità. Ci sarà quindi uno stipendio che sarà determinato per decreto». E se al termine della gestione commissariale dovesse assumere la carica di presidente? «Mi auguro, se ciò dovesse avvenire, che per allora si sia fatta definitiva chiarezza sull’interpretazione della norma», conclude Treu.
«Che dire, si fanno le leggi ma poi si trova sempre il modo di interpretarle a proprio piacimento per mettere l’uomo giusto al posto giusto», sostiene Baldassarre. Il M5S resta fermo sulle sue posizioni: «Il commissario è incompatibile e va rimosso dalla guida del più grande istituto previdenziale d’Europa».