Barriere per bloccare l'accesso ai binari dell'Alta Velocità. Su cui solo chi ha il biglietto potrà passare, d'ora in poi. Per evitare che ""i rom" vadano ad "assillare i passeggeri" offrendo loro di trasportare i bagagli. Succede alla Stazione di Santa Maria Novella. Grazie a un accordo fra Questura e Ferrovie dello Stato. Ma ora che i treni veloci sono stati "protetti" la ressa si è spostata un po' più in là

I giornali locali sono entusiasti. "Finalmente la Stazione respira", "Scatta la rivoluzione", titolano. Gli applausi sono rivolti all'ultima iniziativa delle Ferrovie dello Stato e della Questura di Firenze contro l'accattonaggio. Di cosa si tratta? Di transenne. Messe a bloccare l'accesso ai binari dell'Alta Velocità a tutti coloro che non esibiscono in anticipo il biglietto. Le barriere di Santa Maria Novella hanno l'obiettivo, scrive un quotidiano, "di impedire a un gruppo di una cinquantina di rom di assillare i passeggeri per trasportare i loro bagagli in cambio di qualche spicciolo".

Così, per non far storcere il naso ai viaggiatore della Tav (la misura contenitiva non si applica infatti ai binari degli scalcagnati treni regionali), sono arrivate le transenne, insieme a una squadra di 40 operatori delle Ferrovie dello Stato, piazzati a turno durante la giornata accanto alla barriere per stabilire chi può passare e chi no.

Anche gli agenti della Polizia ferroviaria sono aumentati di numero. Obiettivo: aumentare il controllo anche sugli altri binari. «Le donne rom», lamenta il dorso locale di un grande quotidiano: "di solito delegate a chiedere spiccioli ai clienti impegnati alle biglietterie automatiche, invece ci sono tutte: ma anche per loro si tratta di una giornata difficile, perché una guardia giurata le allontana non appena si avvicinano alle macchinette. «Sta andando tutto a meraviglia – commenta un poliziotto – ma sarebbe stato meglio cominciare qualche mese fa»".

Dopo i primi festeggiamenti, però, i problemi sembrano tornati quelli di prima. Come racconta un operatore delle Ferrovie dello Stato a Repubblica Firenze, «La maggior parte dei portabagagli abusivi si è spostata sui treni regionali». E se anche gli agenti sono presenti, non riescono a impedire che decine di questuanti, respinti dalle transenne imposte a protezione dei viaggiatori dell'Alta Velocità, vadano a chiedere degli spiccioli ai passeggeri diretti a Pisa, Lucca, Valdarno, ovvero nelle località più vicine.

La presenza di agenti in gran numero, lamentano i fiorentini, nulla può: la polizia allontana chi chiede l'elemosina, e dopo pochi minuti si ritrova la persona davanti. «Ci stiamo mettendo tutto l'impegno possibile», ha spiegato il coordinatore delle polizia ferroviaria locale, impegnato a fermare "mendicanti, facchini abusivi e ladruncoli: «Contiamo di riuscire a sradicarlo col tempo, questo problema».

La notizia, nel frattempo, ha scatenato dibattito in Rete, dove sembra prevalere l'idea che la sicurezza in stazione sia a rischio, e che quindi interventi di questo tipo siano necessari e urgenti. «Le stazioni sono il biglietto da visita per chi parte e quindi è giusto che ogni città cerchi di presentarsi al meglio», scrive Claudio: «Se poi parliamo di binari ferroviari dove molte volte a causa del traffico si arriva in fretta, più sgombro è meno si rischia di perdere il treno.Tra le altre cose si evitano incidenti che potrebbero sempre accadere. Senza invocare per questo "alt all'immigrato" o restrizioni al libero movimento di chicchessia. Si tratta solo di una decisione che trovo opportuna e magari riproducibile in altre stazioni».

«Le stazioni servono per prendere il treno», dice Giacomo: « Se non lo prendi, non ci vai. Stessa cosa per ospedali, aeroporti e tanti altri posti: la discriminazione non centra nulla, è solo buon senso: l'ordine mantiene ordine, il caos attira caos», e aggiunge: «Se si impedisse a TUTTI (non solo ai rom) di accedere senza biglietto, si risolverebbe il problema di chi non paga il biglietto e le stazioni smetterebbero di essere luogo dimenticato da Dio con accattoni, barboni e borseggiatori dietro ogni colonna».

C'è anche chi pensa invece che il disagio si ripercuota poi sugli stessi passeggeri: «Non bastava il rumore assordante degli schermi pubblicitari», commenta un lettore: «Le masse di persone che si scontrano tra chi cerca di uscire e chi cerca di andare ai treni. I percorsi chiarissimi per i negozi molto meno per arrivare ai binari o trovare il treno, adesso ci sono anche le barriere; di certo non fermeranno i rom ma saranno come i "cavalli di Frisia" in guerra per anziani e famiglie con bambini piccoli. Ormai tra prendere un treno e fare una carica di cavalleria c'è la sola diffrenza che nel primo caso devi anche pagare il biglietto».

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