Dal 2011 sono fermi i fondi per rimborsare chi ha adottato all'Estero. Anche per questo le famiglie disponibili calano. Ora la Camera ha approvato una mozione. Che impegna il governo Renzi a non fare solo passerelle ma a trovare i finanziamenti e gli strumenti per dare assistenza ai genitori adottivi

Dove sono i soldi? Le associazioni che si occupano di adozioni internazionale, riunitesi pochi giorni fa a Roma, hanno fatto approvare alla Camera una mozione firmata dalla deputata Pd Lia Quartapelle.

Nella quale chiedono attenzione al governo per ottenere una burocrazia meno labirintica e lenta per i genitori, ma soprattutto chiedono a Matteo Renzi di trovare le risorse necessarie per chi sceglie questo difficile percorso. Risorse ferme da tre anni: «Nel 2005 fu creato un fondo, ma nel 2013 non ci sono risorse nemmeno per coprire tutti i bisogni delle famiglie che hanno adottato nel 2011». Insomma: niente aiuti per chi spende fino a 20/30mila euro per dare un futuro a bambini in difficoltà.

Le associazioni e la "Commissione adozioni internazionali" non chiedono solo che vengano attivati i rimborsi, ma propongono per il futuro di superare questo meccanismo a favore di più semplici agevolazioni fiscali e soprattutto di fondi per finanziare strumenti di supporto alle famiglie dopo l'adozione: assistenza psicologica, linguistica, sociale. Solo così, spiegano, si potrebbe fermare il calo di adottati in Italia, che è da sempre, con gli Stati Uniti, uno dei paesi più "disponibili" al mondo per accogliere in famiglia bimbi stranieri. Dai 4022 bambini arrivati nelle famiglie italiane nel 2011 oggi siamo a 2825.

A giugno la deputata di Sel Marisa Nicchi aveva già sollevato la questione: «ai genitori che abbiano adottato uno o più minori stranieri viene concesso, entro un certo limite di reddito, il rimborso parziale delle spese sostenute per adozione», scriveva, ma: «attualmente le famiglie che hanno preso questo impegno dal 2011 in poi non hanno ricevuto ancora quanto dovuto», chiedendo poi «maggiore trasparenza nelle pratiche della Commissione». Risposte, ad oggi: nessuna. 

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