Per i vent’anni del gruppo estremista Hammerskin Italia in arrivo sabato 28 novembre otto band da tutta Europa. Con gli ideali di Hitler e Mussolini cantano slogan antisemiti e canzoni contro «musi neri» e «zingari»

Una data da celebrare con un concerto in pure stile nazirock. Vent’anni di parole, musica, odio e intolleranze. Dopo vent’anni ancora fuori dalla storia con un esibizione muscolare di razzismo, xenofobia e rabbia.

Un’abitudine per Milano che il prossimo sabato 28 novembre ospiterà "Hammerfest 2015" per celebrare i vent’anni di Hammerskin Italia con un raduno di band apertamente filo hitleriane provenienti dall’intera Europa. Un’onda nera che si ingrossa per abbattersi sulla città-simbolo della Resistenza.

Tutti nomi noti nella galassia nera che appartengono al circuito "Nsbm", il National socialist black metal è nato agli inizi degli anni Novanta con l'avvento di gruppi black metal classici come Burzum, Darkthrone, Impaled Nazarene e nei testi si ispirano alle teorie folli di Adolf Hitler, Benito Mussolini e Julius Evola.
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Il luogo dell’evento è ancora sotto embargo per evitare contestazioni, ma l’invito è stato lanciato da Skinhouse, emanazione della sigla Lealtà Azione che lo scorso 25 aprile ha riunito trecentocinquanta militanti con il vessillo dell’aquila argentea della Repubblica sociale italiana al campo 10 del Cimitero Maggiore, dove sono sepolti in mille tra caduti della Rsi e volontari italiani delle Ss.

«È un evento speciale per questo mondo ma caduto nell’assoluta indifferenza della politica locale di Milano. Con il centrosinistra tutto preso dalle primarie non si accorge che calano i nazisti in città per un evento che raccoglie centinaia di militanti», spiega allarmato Saverio Ferrari dell’osservatorio democratico sulle nuove destre.

«Hammerskin Italia è orgogliosa di invitarvi al proprio ventesimo anno di battaglia, celebrandolo il 28 novembre all’European Hammerfest», si legge nella locandina diffusa via Web.

Nel 1995 è stata fondata come braccio italiano della Hammerskin Nation, o Fratellanza Hammerskin, un organizzazione internazionale legata al White Power e al suprematismo bianco, nata a Dallas (Texas) nel 1988 da una costola del celebre gruppo per la superiorità della razza bianca Ku Klux Klan.
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Per logo hanno due martelli incrociati che marciano per abbattere i muri che proteggono le minoranze etniche. Solo chi è ammesso nel club degli Hammer può esibire il simbolo sulla pelle con un tatuaggio. E poi un dress code di appartenenza: rasati, tatuati, narcisi col culto della violenza e un coltello in tasca.

Continuatori ideali del nazionalsocialismo di hitleriana memoria, sono stati protagonisti di innumerevoli atti di violenza.

La filiale italiana di Skinhouse esibisce per questa occasione la sigla H.F.F.H, ossia il tradizionale grido di battaglia «Hammerskins Forever, Forever Hammerskins!».

Fra le band annunciate "Division Germania": fondata da Andreas Koroschetz, sostenitore del Reichsbürgerbewegung, ossia del movimento che preconizza il ritorno della Germania ai confini precedenti alla guerra mondiale.

Il frontman Koroschetz è stato candidato (senza successo) alle elezioni per il Npd, Nationaldemokratische Partei Deutschlands, il partito nazionaldemocratico di Germania è la principale formazione sopravvissuta all’orrore del nazismo, che ha eletto al Parlamento europeo Udo Voigt, arrivato un anno fa a Milano per il convegno "Europa, una grande libera", una reunion di tutte le sigle di estrema destra del Continente.

La band originaria di Mönchengladbach canta un Paese che risorge dalle proprie ceneri come una fenice, combattendo contro la «troppa immigrazione» e le «élite corrotte».

Sul palco anche i "Frontalkraft" di Cottbus, una delle band più antiche della scena Hammerskin tedesca.

Il suo cantante Sten Söhndel ha fatto parte del gruppo neonazista Deutsche Alternative, organizzatori di una marcia commemorativa del gerarca del Terzo Reich Rudolf Hess, fondata su impianto paramilitare e perciò vietata nel 1992.

Oggi i suoi componenti dichiarano di non appartenere direttamente a nessun partito politico ma di fare con la musica un lavoro di propaganda per il White Power e il nazionalismo.

Nello stesso solco gli inglesi "Whitelaw" di Nottingham, aderente al circuito Rac (Rock against communism). Dicono di combattere il multiculturalismo e il multirazzismo e fanno parte del network europeo blood&honor.

Per tutti loro che cantano «Orgoglio, fiamme e onore» è in gioco la sopravvivenza biologica della razza bianca.

I TESTI DI ODIO IN MUSICA

Immancabili nelle Woodstock nere la presenza dei Bullets, Malnatt e Nativi, che per l’anniversario hanno creato un Cd dal nome evocativo "Ventennio", con una forte connotazione razzista, antisemita, omofoba e fascista.

I testi richiamano l’invasione, la battaglia di Lepanto, la terra nemica, il sistema anti-Stato, la rabbia, il coraggio, il mito dei legionari e la guerra come epopea di ardite gesta e tempi gloriosi.

Il gruppo milanese dei "Malnatt" sono quelli che cantano: «Come una rapida freccia che scocca, scatta il pugnale che sa vendicar. Siamo fascisti, guai a chi ci tocca, ogni nemico facciamo tremar. Seguiamo il codice della lealtà, nessuno al mondo ci fermerà. Camicia nera: patria e bandiera!».

La voce e la chitarra è Norberto Scordo, 42 anni, ex giocatore dei Rhinos Milano, squadra di football americano, militante di Base Autonoma (sciolta nel 2001 in base alla legge Mancino per istigazione all’odio razziale) fu condannato per l’aggressione del ’92 con martelli e bastoni a due militanti del centro sociale Leoncavallo. Nel 2008 di nuovo arrestato per una rissa alle Colonne di San Lorenzo con obiettivo il controllo dei licei cittadini.

I "Nativi" hanno messo in musica «l’agonia di un Paese, di parassiti e intrusi come mendicanti, spacciatori e puttane» e inneggiano all’uomo bianco con queste parole:«Credi nella patria, nella forza del sangue! Il coraggio nella lotta è quello che ti distingue! Nel cameratismo di chi è morto in battaglia! Dei ragazzi di Salò per l'onore d'Italia! Tu sei uno skinhead, non arrenderti mai!».

Anche i "Bullets" non sono da meno con la canzone "Milano":«Marciando dal Duomo a Piazza Castello mi son reso conto di cosa è successo. Hanno rovinato la nostra città con l'integrazione e le infamità! Piazze regalate a sporchi drogati, case occupate da folle di immigrati. Grippa e Madama restano a guardare. È compito nostro farli ora scappare!».

Braccia alzate e cori squarciagola per inneggiare al torturatore di ebrei, rom, sinti ed omosessuali e poi birra, slogan antisemita, danze selvagge e truci canzoni contro «musi neri» e «zingari».

Una chiamata alle armi per i nuovi guerrieri chiamati a riprendersi le strade e i quartieri invasi dagli stranieri. Così, impastando note e parole, si alimenta l’odio.

Tra i protagonisti della serata anche "ADL 122", una band milanese il cui nome significa "Anti decreto legge 122", in opposizione al decreto emanato il 26 aprile 1993, che diventerà la cosiddetta Legge Mancino contro la discriminazione razziale, nazionale, etnica e religiosa.

Per chiudere i "Linea Ostile", formata da elementi provenienti da Trento e Bolzano.

Basta ascoltare qualche brano per percepire tutto il loro rancore per i migranti:«Hanno occupato il nostro suolo, stanno rubando il nostro lavoro. Non permettetegli mai più di sbarcare, rabbia e violenza stanno per scoppiare. Ormai non abbiamo più paura di niente, salveremo l'orgoglio della nostra gente. Se la feccia rossa li vuole aiutare: calci e pugni, fagliela pagare!».