Dieci anni fa lo stato americano era l'epicentro del porno globale con un fatturato di 4 miliardi di dollari. Ora le rigide regolamentazioni sulle precauzioni obbligatorie hanno messo in fuga i produttori
L'anno prossimo i californiani saranno chiamati al voto per un
referendum che avrà come oggetto le misure di protezione da sottoporre alle
pornostar. La
California Safer Sex in the Adult Film Industry Act, questo il nome della legge, obbliga i produttori di film per adulti a farsi carico dei costi per i test HIV e per altre malattie a trasmissione sessuale, le vaccinazioni e il monitoraggio, e permette di citare in giudizio coloro che non fossero in grado di soddisfare tali obblighi, siano essi “producers” o “performers”.
Per la costernazione dell'industria del porno, il provvedimento consentirebbe a chiunque assista ad una performance sessuale effettuata senza preservativo nello stato della California di
citare in giudizio il produttore del video.Secondo gli
attori e le attrici hard in un'epoca come quella attuale – in cui molti di loro gestiscono il proprio sito internet e si autoproducono i film – la legge li
esporrà a molestie e all'azione di troll che svolgeranno la funzione di polizia, con il rischio che venga posta molta più attenzione alla morale invece che alla salute.
Questa misura è già in vigore a
Los Angeles, dove è stata introdotta l'anno scorso dalla
AIDS Healthcare Foundation. Il gruppo sta anche sostenendo una proposta di modifica alle norme di salute e sicurezza dei lavoratori della California che imporrebbe agli attori e alle attrici porno di indossare
misure di protezione su tutte le membrane esposte a fluidi corporei,
inclusi occhiali protettivi.
Da parte sua, l'industria del porno replica che
nessuno ha voglia di vedere la gente fare sesso con gli occhiali.Tra i sostenitori del referendum “
Condoms in Porn” ci sono anche diversi pornoattori sieropositivi che dichiarano di aver contratto il virus sul set.
Il
Free Speech Coalition, associazione di categoria “per l'intrattenimento degli adulti e l'industria dei prodotti di piacere”,
contesta tali affermazioni dicendo che non viene registrata alcuna trasmissione del virus sul set dal 2004. Inoltre, le norme del settore richiedono che gli interpreti di film per adulti si sottopongano al
test per l'HIV ogni 14 giorni.
L'industria californiana dei film per adulti, un tempo epicentro dei colossi del porno globale, è in guerra. I permessi per i film porno sono
calati del 90 per cento in un anno, dal 2012 al 2013, in seguito alla fuga dei produttori alla ricerca di regolamentazioni più blande in altri stati degli USA o all'estero.
Nella Contea di Los Angeles c'è la
San Fernando Valley, considerata
la Hollywood del porno, dove l'intrattenimento per gli adulti dieci anni fa valeva in fatturato una cifra stimata a
4 miliardi di dollari, secondo il Los Angeles Times.
L'industria del settore dà tutta la colpa alla
Measure B, una legge del 2013 che richiede l'uso del preservativo nei film realizzati nella Contea di Los Angeles, e ritiene che ulteriori norme faranno emigrare anche i pochi produttori rimasti.