«Da una settimana circa Rosario Crocetta è ritenuto una sorta di silenzioso concorrente morale nell'ipotizzato tentativo di rimuovere Lucia Borsellino con metodi stragisti». L'avvocato del goverantore della Sicilia, Vincenzo Lo Re, accusa “l'Espresso” con parole durissime e ha annunciato una causa civile contro il settimanale a cui chiede 10 milioni di euro come risarcimento del danno.
«Avvieremo un'azione civile, che è molto più veloce di quella penale, contro “l'Espresso”, i due giornalisti e il direttore Luigi Vicinanza, non solo per omesso controllo ma anche per aver più volte confermato l'esistenza dell'intercettazione», ha aggiunto Lo Re. Oltre al nostro giornale, il legale di Crocetta ha querelato il giornalista Pierangelo Buttafuoco per un articolo sul Fatto Quotidiano e il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Terminata la conferenza stampa la replica dell'Espresso: "La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l'occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell'Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto".
La causa civile, secondo l'avvocato Lo Re, si baserà su un fatto preciso: «Quell'intercettazione pubblicata dal settimane non esiste. E ancora oggi si parla di giallo, mettendo sullo stesso piano le dichiarazioni del procuratore di Palermo, Lo Voi, con quelle del direttore del giornale Luigi Vicinanza. L'Espresso si è giustificato dicendo che l'intercettazione è secretata, ma se fosse così allora ci sarebbe un atto del pm, in quanto la secretazione è un atto del magistrato. Si secreta un'interrogatorio per esempio quando questo contiene notizie esplosive. Ma in questo caso il procuratore è stato costretto a dire che non esiste alcuna intercettazione, né in questo procedimento né in altri. C'è poi un'altra voce che gira, cioè che questo audio sia in possesso di altre procure. Per questo faccio un appello: se qualcuno ritiene di averla la tiri fuori e la faccia ascoltare, solo così capiremo se è una bufala o una polpetta avvelenata».
L'avvocato nel suo contrattacco ha poi precisato che se Crocetta avesse ascoltato quelle parole, «avrebbe reagito malissimo, perché se Crocetta ha un difetto è quello di parlare, anche troppo. Se questa intercettazione dovesse esistere, ma ne dubito fortemente, qualcuno che si autodefinisce servitore dello Stato, e che invece è un depistatore, trovi il modo ufficiale di farla pervenire anche in forma anonima, perché in mancanza di questo l'intercettazione non esiste».
Lo Re prosegue delinando un quadro preciso e ipotizzando l'esistenza di un'informazione a orologeria: «L'Espresso con quell'articolo alla vigilia della commemorazione della strage di via D'Amelio voleva far cadere il governo, mi sembra chiaro. Io non credo agli articoli a orologeria, ma in questo caso non c'è altra spiegazione. Personalmente non credo al golpe, ma a un errore professionale e a un errore di verifica delle fonti. Ricordo che quando un cronista è in possesso di un brogliaccio dovrebbe essere in grado di indicare data e ora della registrazione».
Non è la prima volta, sostiene l'avvocato, che i giornali nazionali vogliono mettere in difficoltà il governo Crocetta: «Ci sono stati altri casi. Penso al settimanale Panorama che dopo l'elezione del governatore aveva raccolto notizie di presunti rapporti tra Crocetta e personaggi mafiosi e poi aveva persino cercato un esponente dell'arcigay per sapere se nella residenza a Castel di Tusa del governatore ci fossero stati dei mini bunga-bunga con ragazzini minorenni. Quest'ultimo articolo non è mai uscito».
Sulle dimissioni di Lucia Borsellino, il legale di Rosario Crocetta cambia tono. E alle domande dei giornalisti sul totonomine emerso dall'inchiesta sul medico Matteo Tutino, esclude che le richieste degli indagati siano state esaudite dal governatore.
Resta però il nodo politico, le dimissioni di Lucia Borsellino. Su questo l'avvocato risponde spiegando che da parte sua l'ex assessore ha tutto il suo sostegno e che rispetta la sua scelta: «Il problema non è che siccome il presidente della Repubblica abbraccia Manfredi Borsellino allora Crocetta si deve dimettere. Per me è una delusione vedere Lucia che molla. Io le chiedo di dirmi in che cosa Crocetta ha tentato di imporgli qualcosa, e su questo sono sicuro che Lucia non avrebbe fatto sconti a nessuno e sicuramente avrebbe denunciato Crocetta».
C'è poi un riferimento polemico al Pd: «Non escludo che a questo punto il Pd nazionale chieda le dimissioni di Crocetta per ragioni che prescindono dall'intercettazione perché probabilmente si ritiene più opportuno andare al voto al costo di consegnare la Sicilia al Movimento Cinque Stelle» conclude Lo Re.