L'Espresso ha realizzato negli ultimi mesi inchieste che hanno svelato i segreti scomodi del dirigente del Comune di Roma e fedelissimo della prima cittadina. Ma la sindaca del Movimento 5 Stelle invece di rimuoverlo lo ha prima difeso e poi promosso. Adesso dovrà scontare le sue scelte politiche

Raffaele Marra è stato arrestato. Il sindaco ombra di Roma, fedelissimo di Virginia Raggi, è accusato di corruzione. Non conosciamo ancora tutti i dettagli dell'inchiesta dei carabinieri, ma sembra che l'ex finanziere sia caduto per l'italico vizietto di comprarsi case a quattro soldi, e possibilmente pagate da altri.

L'Espresso lo aveva già scritto. A settembre avevamo scoperto che Marra nel 2010 aveva comprato, quando era un dirigente vicinissimo a Gianni Alemanno, un attico dall'immobiliarista Sergio Scarpellini ottenendo uno sconto di mezzo milione di euro. In pieno conflitto di interesse: Scarpellini è un costruttore che affitta uffici al Campidoglio, Marra era il capo del dipartimento della Casa che gestiva i suoi contratti: oggi sono stati arrestati entrambi.

Inchiesta
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14/9/2016
A ottobre avevamo aggiunto che nel 2013 la moglie di Marra aveva acquistato una casa di 160 metri quadrati dalla Fondazione Enasarco. Un ente controllato dal ministero del Lavoro, che nel 2008 ha dismesso il suo patrimonio immobiliare. Chiara Perico è riuscito a comprare l'appartamento con il 40 per cento di sconto, per poco più di 300 mila euro. Scoprimmo pure che in quell'appartamento non ci vive lei, ma proprio Marra: l'attico acquistato da Scarpellini a prezzo di favore, infatti, l'ha affittato per aumentare il reddito. La Perico intanto si è trasferita a Malta.

L'Espresso ha poi scoperto che Marra, da capo del dipartimento della Casa, affidò a trattativa privata al costruttore Fabrizio Amore un contratto da milioni di euro per l'affitto di un residence per le emergenze abitative in città. Quasi 150 appartamenti in periferia, pagati da Marra circa 2.500 euro al mese l'uno. Una follia. Amore oggi è imputato nel processo Mafia Capitale.
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Virginia Raggi non è indagata, e non è coinvolta in nessun modo dalle accuse rivolte al suo braccio destro. Ma in questi mesi, nonostante le inchieste del nostro settimanale e le polemiche politiche interne al Movimento sulla figura di Marra, ha sempre difeso a spada tratta il suo consigliere prediletto. Lo ha persino promosso a capo del Personale del Comune. Contro ogni evidenza, contro documenti obiettivi del Catasto e della Camera di Commercio che abbiamo pubblicato, contro le richieste di maggiore trasparenza arrivate da un pezzo del Movimento (Roberto Fico, Carla Sibilia, Paola Taverna e soprattutto Roberta Lombardi) che chiedeva alla sindaca di mollare il suo fedelissimo perché incompatibile con i principi dei Cinquestelle.

La Raggi per Marra (e per il segretario Salvatore Romeo) si è immolata. Restano un mistero i motivi di questa scelta. Ma è chiaro che ora sia lei sia l'intero M5S pagheranno un prezzo politico carissimo per scelte e decisioni scellerate.