L'Espresso ha chiesto a 1.500 neomaggiorenni di rispondere a una serie di domande sulla politica e le priorità del Paese. Ne emerge un quadro assai diverso rispetto agli stereotipi su questa generazione

La famiglia batte internet e tv: i ragazzi italiani smentiscono tutti i luoghi comuni

Non si sentono rappresentati. Il 40,3 percento non prova neppure il fascino del primo voto e non andrà alle urne. Uno su due dichiara di non gradire nessun leader politico. Interrogati sulle priorità rispondono: crescita economica e lotta alla corruzione. La generazione Zero dice quel che pensa della politica, compilando un link, appositamente creato da L’Espresso su un Modulo Google, rispondendo a nove domande con un passaparola via chat per un mese, dal primo al 30 novembre. Non ha il valore scientifico di un sondaggio, è un’inchiesta condotta tra 1500 ragazzi di 18 anni che dialogano tra loro.

Perennemente interconnessi. Figli del digitale e del web 3.0. Eppure sono il perfetto duplicato del mondo adulto. Il 40,3 percento di loro dice che non ha alcuna intenzione di votare mentre il 59,7 è convinto che sia necessario per migliorare il Paese. Una tendenza uguale in tutte le città, eccezione fatta per L’Aquila dove ben il 70 percento dei ragazzi che hanno partecipato all’inchiesta annuncia di voler restare a casa, convinti che la ricostruzione post-terremoto della loro città sia il segno che questa Italia non può cambiare.
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Su le preferenze per i partiti il Pd raccoglie il 28,2 percento, al secondo posto il Movimento5Stelle con il 19,6. Seguono Forza Italia 13,5, Lega Nord 7,5, Fratelli d’Italia 6,4. Se votasse solo questo campione entrerebbe in Parlamento la destra più estremista, visto che Casa Pound supera il 4,7. La Sinistra Italiana arriva, invece, al 10.3 e Mdp-Articolo 1 si attesta al 5.1.

Tra i capi di partito Matteo Renzi resta un leader che divide in due: il 13,8 lo apprezza, il 24,4 lo considera il leader peggiore d’Italia, dopo solo a Matteo Salvini che si aggiudica un 32,5. Silvio Berlusconi è il secondo per gradimento con il 11,6. Il più giovane dei leader Luigi Di Maio è amato solo dall’9,7 percento.
Tra partiti che salgano e leader messi in discussione, la generazione Zero ne rottama decisamente alcuni: Massimo D’Alema e Angelino Alfano. Nessuno li ama e in pochi affermano di non gradirli, perché figure politiche di un mondo che non li riguarda.

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Ma la verità è che non si sentono rappresentati dagli esponenti di partito, visto che il leader che piace di più è “nessuno di questi”. Il motivo è da ricercare anche nella loro agenda politica. Ius Soli e chiusura delle frontiere sono visti come problemi marginali. Le priorità sono la crescita economica, la lotta alla corruzione e maggiori risorse all’istruzione, segue uguaglianza di opportunità. In molti dicono di informarsi in rete, ma la gran parte di loro si sente politicamente influenzata dalla famiglia, poco conta il giro di amici che fa la differenza solo nel 9,8 percento. Il 7,3 legge i giornali, pochissimi invece partecipano attivamente alla vita associazionistica. Ecco il viaggio effettuato a bordo di un clic.

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