Qui al nord, a Milano, la Virginia è simpatica, anzi di più, da quando Alemanno, trattandosi di una donna, l’ha accusata di non essere bellissima ma solo telegenica, «da vicino una vera delusione». Se lo dice Alemanno siamo autorizzati a non credergli. Tanto noi, qui al Nord, la vediamo solo in foto e riprese video, e ci sembra carina; sempre pettinata, mai un capello in disordine, di semplice eleganza non firmata e del tipo sconto 30%: la fascia tricolore la porta con grande garbo istituzionale e femminile e non come una povera Miss Italia in mutande. Non la si è mai sentita alzare la voce, riesce a sorridere senza muovere un muscolo del viso, non parla mai al singolare, ma sempre al plurale, noi: io, tu, voi, il web, Grillo, Casaleggio e tutti gli altri. Una bella squadra insomma di cui lei è l’immagine migliore rispetto a tutti quelli del noi.
Pure qui al Nord, a Milano, abbiamo avuto la nostra sindaca, la Letizia, ma era tutto un altro tipo, faceva anche soggezione, era già stata ministro, insomma non era digiuna di fastidi politici e amministrativi, centrodestra civile, alta borghesia, abiti firmati, origini industriali e capacità manageriali: come diceva un suo sponsor potente, una milanese del fare, non una romana del, per ora, non far niente o poco. Qui al Nord in passato ne succedevano di ogni colore, certe sere la Scala era mezza vuota perché i gentiluomini erano finiti a San Vittore, poi tutto il resto, birbonate, formigonate, olgettismi, expo ecc.: ma è da un po’ che non succede niente di particolarmente brillante in quel senso là, a parte le palme in Duomo con tentativo di incendiarle e lo sciopero dei taxisti, che però qui, mancando il simpatico appoggio della Virginia e del suo boss, è rimasto molto milanese, cioè quasi elegante.
Stando alle cronache romane, la mossa della Virginia telecomandata dal web facinoroso, è stata un po’ assurda ma anche a lei utile: infatti per i giorni dell’agitazione molto romanesca dei taxi si è sospeso il brontolio popolare per i femori rotti causa buche che ancora la Virginia non ha avuto tempo di far riempire: o non ci ha pensato proprio. Altre sono per lei, per loro, le priorità della capitale, tanto i romani l’adorano comunque e riempiono le piazze con cuori di carta per applaudire i suoi successi, inesistenti, ma che importa, è la fantasia, è l’amore, che contano, come quando guardi “L’isola dei famosi” e tutto ti sembra orribile come sempre ma così va il mondo, basta l’abitudine, oltre alla convinzione che tanto altro non ci sia.
Anche qui al Nord, dicono, ci sono delle buche, ma forse meno o i milanesi guardano per terra visto che non li distrae un cielo blu: ma poi per qualche accadimento fortunato, sono anche molto diminuite le cacche di cane sui marciapiedi, che erano quelle la causa maggiore delle ingessature. È vero che qui a Milano il precedente e il nuovo sindaco, fortunatamente non pentastellati, hanno fatto, fanno il loro lavoro alla meneghina, cioè senza sbucare in ogni occasione a ricevere consensi: mentre lei, la Virginia coi suoi cappottini grigi, si ritrova serenamente d’acciaio in mezzo ai casini della folla incazzata, e più è incazzata più è plaudente.
Bisogna dire che certo lei è una donna coraggiosa, una italica Wonder Woman che poteva starsene a casa sua col suo piccino, un lavoro part-time di tutto riposo, un marito adorante e fortunatamente fuori casa e tutto ciò che è dovuto ad una donna giovane bella e certo intelligente. Naturalmente le comunarie (e certo l’uso grillino di queste parole comiche fa digrignare i denti) le ha vinte lei con le poche preferenze del popolo web che in massa crede ai cinquestelle e li vota, ma poi misteriosamente gira via al momento di cliccare le preferenze (se no sarebbero milioni, non qualche centinaio).
Se la graziosa signora ha accettato di affrontare un compito gravoso di cui è completamente all’oscuro e che neppure la Meloni con la sua forza romanesca da Aldo Fabrizi riuscirebbe a sopportare, ci deve essere una ragione. Non l’ambizione, non la presunzione, non la follia, non la propensione al suicidio: ma qui al Nord pensano a quel noi; forse le hanno spiegato che lei doveva solo essere la facciata, quella che dice «lasciateci lavorare» con la ripetitività e il gelo di un robottino domestico, di quelli che spazzano da soli gli angoli della casa.
Che se ne sarebbe occupato il padrone del Movimento, il caro Beppe, standosene al mare con la sua bella signora, e anche Davide se ne avesse avuto il tempo con tutto il daffare dell’azienda: oppure le sue capaci segretarie, che stando qui al Nord, a Milano, son fuori dai giochi sporchi che hanno lordato il Campidoglio, e sanno risolvere problemi giganteschi: Roma web-guidata da un ufficio qui al Nord. Ma giù al Centro le cose non sono così semplici: e la Virginia non si è accontentata di imparare a memoria, senza un’emozione, a rispondere alle domande dei nemici giornalisti soprattutto in tivù, non smettendo un momento di ripetere le stesse cose e mormorando, maestra gentile, mi lasci parlare, all’esausto intervistatore che non riesce a farsi rispondere a una vera domanda.
A un certo momento, si dice abbia fatto di testa sua, ma non tutti ci credono, qui al Nord: ha chiamato a sostegno amici dubbi da pagare, finiti in galera o come lei, indagati, dopo un andirivieni di collaboratori improponibili ma che nessuno le aveva contestato se non qualche collega, e si sa che le femmine sono gelose delle altre femmine. Qui al Nord si pensa che comunque lei sia un tipo che non sapendo fare un mestiere che comunque nessuno vorrebbe fare, ama pensare in grande: Olimpiadi, Stadio, poi per la quotidianità dei romani, basta un suo sorriso e una sua manina che si agita graziosa.
Comunque qui al Nord è chiaro che i disastrosi mesi del suo mandato sono piaciuti moltissimo e non solo ai romani, forse perché un po’ fiction spagnola: infatti anche per merito suo (e per demerito degli altri), il Movimento è alle stelle, anche più di 5: e il Grillo ha assunto modi istituzionali, parole forbite (non più vaffa o altro), il prossimo governo già pronto con tutti i ministri: e la povera Roma? Ma non va affatto male, gli orrori non ci sono, sono solo «percepiti» come l’umidità d’estate. A noi quassù al Nord la Virginia ci è simpatica come fosse una Littizzetto educata: però ci si rizzano i capelli in testa a pensare che il suo amabile e amato insuccesso, possa in qualche modo varcare i confini del Po e contagiare quel nostro Nord che pare sempre più separato, lontano e diverso, e non fosse per Salvini, tanto più vivibile, ordinato, serio.