«Ti abbiamo cercato e ti abbiamo trovato» poi inizia l'aggressione. Un giovane simpatizzante di sinistra è stato aggredito da un gruppo di estremisti di destra. Il movente, una presa in giro sui social network. Il commento di Giulietti: «Che altro deve accadere prima che intervengano le istituzioni?»

Le squadracce non vanno in vacanza: a Mantova nuova violenza neofascista

Le squadracce son tornate. Non si può parlare di goliardia e folklore: il ritorno dell’estrema destra è sinonimo di violenza. Un nuovo episodio si aggiunge alla già lunga lista di blitz e pestaggi di cui i neofascisti e neonazisti si sono resi protagonisti negli ultimi mesi.

Questa volta l’aggressione ha luogo a Mantova, in pieno centro, nella serata di sabato 5 luglio. Un gruppo di cinque ragazzi e ragazze, noti per la loro appartenenza a gruppi di estrema destra, hanno effettuato una spedizione punitiva nei confronti di Lorenzo. La sua “colpa”: essere un simpatizzante di sinistra.
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CINQUE CONTRO UNO
Come riportato da Giancarlo Oliani, cronista della Gazzetta di Mantova testimone dell’aggressione, verso le 23 arriva in via Calvi un gruppo di ragazzi, teste rasate e croci celtiche tatuate sulle braccia. Cercano qualcuno. Le tre ragazze del gruppo entrano in un pub e ordinano una birra. I ragazzi invece si aggirano tra i tavoli del locale e individuano il loro obiettivo. «Ti abbiamo cercato e ti abbiamo trovato» sbotta uno dei neofascisti a Lorenzo. Spintoni, schiaffi, volano sedie e tavoli. I presenti urlano, spaventati. Qualcuno chiama la polizia, che arriverà pochi minuti dopo che il gruppo si sarà dileguato. Nel frattempo Lorenzo, solo contro i cinque naziskin, riceve un pugno in pieno volto.  «Cercavano proprio me, sapevano che sono un simpatizzante di sinistra. Non ho reagito alle loro provocazioni, ma loro non si sono fatti problemi».
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SOCIAL NETWORK E "GOLIARDIA"
Il blitz sembra essere stato causato dalle prese in giro sui social network. Un movente che si ripete: lo scorso febbraio, nel viterbese, un ragazzo è stato vittima di un pestaggio da parte di esponenti di CasaPound per aver pubblicato una vignetta satirica su Facebook. Sempre dai social network arrivano le minacce a Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica che più volte ha firmato inchieste sulla galassia di estrema destra lombarda. Le ultime sono arrivate a inizio luglio: dopo l’articolo sulla spiaggia fascista di Chioggia, minacce e insulti dall’inviato sono arrivate da Maurizio Murelli, militante neofascista degli anni '70, condannato a 18 anni di carcere per l'omicidio dell'agente di polizia Antonio Marino. «Cosa deve ancora accadere prima che intervengano le istituzioni» ha scritto la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il presidente Giuseppe Giulietti ha pubblicato stamattina su Twitter «Pestaggio nazista a Mantova, altra goliardata?» per poi ricordare «La campagna neofascista contro i cronisti “sgraditi”» .
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«SAPPIAMO CHI SIETE, VENIAMO A TROVARVI»

In queste ore la questura sta rintracciando uno per uno gli aggressori: alcuni sono di Mantova, altri provenienti da Verona.  «Questo è in assoluto il fatto più grave accaduto nel mantovano» commenta all’Espresso il cronista-testimone Oliani,  ma i gruppi di estremisti radicati nel territorio non sono nuovi a episodi del genere. Lo scorso 7 maggio un gruppo di naziskin ha effettuato un blitz nei confronti del partigiano Giuseppe Platinetti, 93 anni, e di un gruppo di boy scout che ascoltava una lezione sulla Resistenza. Gli estremisti sono saliti sul Monte San Martino per intimorire Platinetti e la sua giovane platea: «Sappiamo chi siete, veniamo a trovarvi» la minaccia fatta dagli appartenenti alla formazione neonazista Do.Ra.. Le stesse parole dette dagli aggressori sabato sera.
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LE REAZIONI
«È un fatto grave che non va sottovalutato» afferma il sindaco di Mantova Mattia Palazzi «Devono sapere che la nostra città non può essere la loro». Solidarietà alla vittima anche dall’Anpi Mantova: «Da tempo segnaliamo i vandalismi e le crescenti provocazioni ed esibizioni neofasciste nel nostro territorio» si legge in una nota firmata dal presidente Luigi Benevelli «così come da tempo denunciamo la loro tolleranza da parte delle istituzioni, a cui chiediamo di non permettere la presenza sul suolo pubblico di manifestazioni inneggianti all’odio, all’intolleranza, alla discriminazione».
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