Tiernan Brady, attivista omosessuale cattolico che ha promosso il referendum vittorioso in Irlanda, sbarca a Roma. Per convincere il Vaticano. «Il matrimonio egualitario non ?è a dispetto del cattolicesimo. Al contrario, è una conseguenza dei suoi profondi valori umani»
Capelli rossi e pantaloni scozzesi, Tiernan Brady, 44 anni, l’attivista e politico gay che ha portato il matrimonio paritario in Irlanda, ha preso di mira il Vaticano in questi giorni di Sinodo sulla gioventù a Roma. «È l’evento di una generazione», racconta da Dublino parlando del “parlamento della Chiesa”, come definisce lui l’assemblea dei vescovi: «Le decisioni che prenderanno avranno un impatto per anni su cattolici e non, su gay e non. Per questo non possono discutere del futuro dei giovani senza tenere conto anche dei giovani omosessuali».
Il suo tono è pacato, gentile, mai arrabbiato. Come il suo stile di attivismo, quello che lo ha portato a ottenere e vincere il referendum sul matrimonio omosessuale non solo in Irlanda (2015) ma anche in Australia (2017). Nato in una famiglia irlandese «tipica», come la definisce lui, la madre insegnante di religione e il padre avvocato di Bundoran, il paesino in cui è cresciuto, Brady ha respirato politica e attivismo civico fin da bambino. «Vivevamo lungo il confine con l’Irlanda del Nord e la famiglia di mia madre viene dal Nord», racconta: «Hanno passato la vita a combattere per l’unità dell’Irlanda rifiutando l’uso della violenza e delle armi». Pausa. «E non è facile mettere via il fucile nel bel mezzo di una battaglia». Con la pace, l’impegno dei genitori è continuato: «E per me è stato normale pensare che dovevo fare qualcosa», dice. Dopo la laurea in Economia a Dublino, Brady scopre di avere la leucemia e passa un anno in ospedale. «Un anno durissimo che, come è successo a tanti, ha finito per cambiarmi la vita. Guarito, sono tornato a Bundoran per riprendermi». Dovevano essere pochi mesi di rinascita e sono diventati 9 anni, durante i quali è diventato sindaco - e non aveva ancora trent’anni. Poi si iscrive a un master di relazioni internazionali durante il quale entra in contatto con l’attivismo di Glen, “The gay and lesbian equality network”, di cui diventa direttore delle politiche e poi della campagna per l’uguaglianza di matrimonio. «Sapere che c’è qualcuno che adesso si può sposare ed essere felice grazie al mio lavoro è una sensazione straordinaria. Una droga. La mia droga».
[[ge:rep-locali:espresso:285323994]]Oggi le energie di questo irlandese cattolico sono tutte rivolte al Vaticano. «Non sto attaccando la Chiesa», precisa: «Il cambiamento non si ottiene creando fratture nella società ma cercando invece di coinvolgere il management clericale su una questione che sta molto a cuore a tantissimi fedeli che la vedono in modo diverso dai vertici. Ovvero, come può la Chiesa portare gioia ai suoi figli omosessuali e rimuovere la sofferenza dalle loro vite».
Ma influenzare i vescovi su un tema così sensibile non è facile. «Occorre riportare il discorso alla dimensione umana. Parlando di diritti umani, troppo spesso poniamo l’accento sulla parola “diritti” e troppo poco su “umani”». Per questo è fondamentale nella sua campagna il sito “Equalfuturecampaign.com”, tramite cui ogni ragazzo può contattare il vescovo della sua città e raccontargli la sua storia personale, la sua sofferenza. «La maggioranza dei cattolici vuole che gli omosessuali siano trattati con rispetto e dignità, da uguali, non a dispetto della religione ma proprio in virtù dei valori del cattolicesimo», dice Brady.
A dimostrare l’esistenza di questa maggioranza Brady presenterà settimana prossima una serie di sondaggi che esemplificano la volontà dei cattolici e la distanza tra questa e le posizioni dei vertici della Chiesa. «I matrimoni estesi anche agli omosessuali sono realtà in Paesi cattolici come Spagna, Francia, Portogallo, Irlanda, ma anche in tanti Paesi dell’America Latina. Non è un caso. Se c’è una religione che è a favore dell’uguaglianza degli omosessuali è proprio il cattolicesimo». In Italia, il 63 per cento dei cattolici praticanti e il 67 dei battezzati crede che la Chiesa debba cambiare i suoi insegnamenti per sostenere di più omosessuali e transessuali. Il 49 per cento dei cattolici praticanti e il 59 dei battezzati ritiene poi che gli attuali insegnamenti della Chiesa possano portare a credere che essere nato omosessuale o transessuale sia una sfortuna. «Ognuno di noi, come individuo, ha un potere immenso per cambiare il mondo, un potere che troppo spesso non ci riconosciamo», spiega Brady.
A convincerlo ad occuparsi di Chiesa e omosessuali è stato un giovane attivista australiano, Hugh Young, in cui Brady si era imbattuto nel 2017. «Dopo due caffè mi aveva trascinato a contattare varie associazioni omosessuali che avevo incontrato in giro per il mondo e a lavorare con loro per mettere fine alla discriminazione contro gli omosessuali cattolici, una lotta che ho sentito subito mia».
Ma c’è una battaglia che Brady non è ancora riuscito a vincere e che brucia ancora. Nell’ottobre del 2013 si candidò a Dublino come parlamentare europeo con il partito di centrosinistra Fianna Fail e perse. Ma cinque anni sono passati. Terminata la campagna per il Sinodo, a fine ottobre, non è detto che non scenda nuovamente in pista, forte dei successi ottenuti nel frattempo, correndo per il suo partito, quello che «che crede in un’Irlanda unita e nel ruolo del governo come fornitore di servizi sociali». Un governo che lavora per migliorare la società. «Mi hanno chiesto di candidarmi», conferma: «Ma ora sono concentrato su quello che faccio e non voglio guardare ad altro. Una cosa alla volta, le opportunità arrivano sempre».
Intanto, il compagno di origine cinese incontrato durante i mesi in Australia, Weiyin Shan, sta facendo le valige per trasferirsi in Europa, nella casetta con giardino al centro di Dublino dove crescono , mescolati insieme, fiori e ortaggi. «Rispetto a venti anni fa, quando ero all’università, in questo Paese i valori sono cambiati. Oggi l’Irlanda è tra i 5 migliori Paesi dove vivere se si è omosessuali». Grazie anche a Brady e alle persone come lui.