L'esposto di Bagnacani, ex ad dell'azienda dei rifiuti poi licenziato: «La sindaca ci ha fatto pressioni per chiudere il bilancio in rosso». Depositati registrazioni e chat. La grillina: «I romani si affacciano e vedono la merda». E al manager sui conti: «Devi fare quello che ti diciamo, anche se ti dicono che la luna è piatta». L'inchiesta esclusiva sulle pressioni del Campidoglio

A Roma la guerra della monnezza è senza quartiere. Si combatte nelle piazze e nelle strade, che una ricerca dell’Eurostat certifica come le più sporche d’Europa. Dentro i palazzi del potere, dove i nemici dell’amministrazione pentastellata, Matteo Salvini in primis, usano «i topi» e «il degrado mai visto prima» come armi da campagna elettorale. Si combatte negli impianti dell’Ama del Salario e di Rocca Cencia, andati a fuoco per cause misteriose nei mesi scorsi.
Ma oggi il fronte che preoccupa di più Virginia Raggi e il suo cerchio magico è quello di Piazzale Clodio, sede della procura della Capitale. Se è noto che i magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati alcuni alti dirigenti del Comune e il direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti, L’Espresso ha scoperto che l’ex presidente e ad dell’Ama Lorenzo Bagnacani, che è stato licenziato in tronco dalla Raggi a febbraio, qualche giorno fa ha spedito ai pm un nuovo esposto, dove accusa la sindaca in persona. E lo raccontiamo sul nuovo numero in edicola da domenica 21 aprile e in anteprima online su Espresso+

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La Raggi, scrive Bagnacani ai pm, avrebbe infatti esercitato «pressioni» indebite su di lui e sull’intero cda dell’azienda, «finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali».
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Secondo la denuncia, in sintesi, la sindaca avrebbe spinto il manager a togliere dall’attivo dell’azienda (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell’anno precedente) «crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili», con l’unico obiettivo - sostiene Bagnacani - di portare i conti di Ama in rosso.

[[ge:espresso:plus:articoli:1.333936:article:https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/04/18/news/virginia-raggi-ama-lorenzo-bagnacani-esclusivo-1.333936]]Un’accusa grave e molto simile a quella che l’ex direttrice del dipartimento Rosalba Matassa ha lanciato contro Giampaoletti, attuale braccio destro della sindaca ora indagato per tentata concussione.
La rilevanza penale della vicenda è ancora tutta da dimostrare. Ma è un fatto che la storia rischia di creare più di un grattacapo alla sindaca. Anche perché Bagnacani a fine marzo ha allegato, insieme all’esposto, alcune registrazioni contenenti colloqui tra lui, Virginia Raggi e altri dirigenti comunali, oltre a centinaia di conversazioni a due fatte con la sindaca su Telegram e WhatsApp.

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L’Espresso le ha lette, e ha ascoltato anche altri file acquisiti dalla Guardia di Finanza. Negli audio la Raggi parla al suo amministratore con tono assertivo («Lorenzo, devi modificare il bilancio come chiede il socio... se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare!») e appare prona agli input degli uomini della sua struttura tecnica, composta da fedelissimi come il dg Giampaoletti, uomo vicino a Luca Lanzalone, e il super assessore al Bilancio e alle Partecipate, il potente Gianni Lemmetti. Così, al numero uno dell’Ama Bagnacani che le spiega come lui si sentirebbe in grande difficoltà a modificare il bilancio davanti a motivazioni «squalificate», la Raggi gli ordina secco: «Se tu lo devi cambiare comunque, lo devi cambiare. Punto. Anche se loro dicono che la luna è piatta».

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Le registrazioni svelano una sindaca inedita. Che, pur di far cambiare idea al suo amministratore delegato, arriva a promettergli un prestito in favore di Ama da ben 205 milioni di euro («così ti levi dalle palle le banche»). E che, spazientita, dice che Roma «è praticamente fuori controllo», che «i sindacati fanno quel cazzo che vogliono», e la Tari, la tassa sui rifiuti, non può essere aumentata perché «i romani oggi si affacciano e vedono la merda. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene...in altre zone...cioè non c'è modo, non c'è modo. Allora...quando ai romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari, ma io scateno, cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli ».

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Bagnacani non ha mai voluto modificare il bilancio come chiesto dalla Raggi e dai suoi uomini, temendo di fare un falso in bilancio. «Virginia, così ci beccano...non possiamo fare quello che non può essere fatto», le dice). Lo scorso febbraio il manager e i membri del cda sono stati licenziati per «giusta causa». In pole position per prendere il posto di Bagnacani ora c'è l'avvocato Pieremilo Sammarco, che ha mandato il suo curriculum per diventare presidente di Ama. La Raggi ha lavorato nel suo studio prima di diventare sindaca. «Pieremilio? È il mio dominus», ha detto in passato.

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