Dopo il crollo del viadotto sul Magra, il manager riceve dal ministero delle infrastrutture una lettera che sa di licenziamento. Anche dopo il decreto Genova e il crollo del Morandi, gallerie, ponti, viadotti, sono stati trascurati. Non così i risarcimenti per decine di milioni a Vito Bonsignore

Basterà la scusa del Covid-19 per salvare la poltrona di Massimo Simonini? Difficile, a giudicare dalla lettera datata 15 aprile e spedita dal Ministero delle infrastrutture con la firma di Antonio Parente, capo della direzione generale strade, autostrade e sicurezza.
 
Il tema della mail, che rinfaccia all'Anas la mancata spedizione della Carta dei servizi 2020, è in realtà proprio la sicurezza tornata ai disonori della cronaca con il crollo del viadotto sul fiume Magra l'8 aprile scorso, l'ennesimo caso di richiesta e mancata manutenzione che non si è risolto in un disastro (un ferito) soltanto per il lockdown sul traffico nazionale.


Il messaggio di Parente sottolinea che, per quanto riguarda la rete Ten (rete di trasporto transeuropea) nel 2019 l'Anas «ha disatteso il termine di adeguamento previsto per il 30 aprile e che, pertanto, alcune gallerie, a quella data, non solo non sono risultate adeguate, ma non risulta neppure disponibile la progettazione dell'adeguamento da effettuare».
 
Le critiche sulle gallerie sono accompagnate da censure ancora più gravi. «Anche per quanto riguarda i ponti e viadotti», si legge nel documento del Mit, «risultano, alla data odierna, fortemente disattese le chiare indicazioni impartite dal Governo in proposito e formalizzate nel c.d. "decreto Genova"».
 
La posizione di Simonini sembrava già traballante alla fine del 2019 quando erano stati fatti i nomi di due suoi possibili sostituti, Cristiano Cannarsa e Ugo Dibennardo. Simonini è stato promosso ad dell'Anas da dirigente di quarta fascia nell'ottobre 2018, con Danilo Toninelli al Mit e su suggerimento di Gianfranco Battisti, numero uno del gruppo Fs che è diventato azionista di maggioranza di Anas dopo la fusione.
 
Simonini non è dunque in scadenza ma la sostituzione di Toninelli con la democrat Paola De Micheli nel Conte 2 gli ha sottratto molto delle sue coperture politiche presenti. L'ad dell'Anas può ancora contare sui rapporti ereditati al padre, dirigente di lungo corso nell'ex ente di via Monzambano, e che vanno dall'ex consigliere Giovambattista Papello all'ex parlamentare europeo Vito Bonsignore.
 
Proprio l'imprenditore-politico di Bronte sta monetizzando una terna di progetti per tracciati stradali che l'Anas ha deciso, incomprensibilmente, di statalizzare con un esborso complessivo che supera i 150 milioni di euro: la Ragusa-Catania, la Orte-Mestre e la Termoli-Campobasso. La prima è stata dequalificata rispetto ai progetti di Bonsignore. Le altre due non si faranno mai.
 
Se aveva ragione lo storico protettore di Bonsignore, Giulio Andreotti, che a pensar male si fa peccato ma si pensa giusto, una volta chiuse le pendenze con Bonsignore, Simonini può anche farsi da parte.
 
Vedremo a vantaggio di chi. Virus o non virus, in Italia è sempre tempo di nomine.