In queste ore è cominciato il Ramadan previsto dall’Islam, in concomitanza con una delle fasi più critiche del piano vaccinale contro la pandemia, in Italia e nella maggior parte dei paesi nel mondo. Ma i musulmani che osservano il mese sacro di preghiera e digiuno potranno ricevere la dose di vaccino senza venir meno alla pratica religiosa? Un dubbio lecito che in molti si sono posti negli ultimi giorni.
Dall’alba al tramonto, oltre al divieto di fumare e di praticare attività sessuale, il digiuno del Ramadan prevede anche l’astensione da qualsiasi cosa entri nelle cavità del corpo, ovvero la rinuncia di cibo, bevande e medicinali (non essenziali) a meno di gravi problemi di salute. Un precetto che potrebbe quindi comprendere anche la dose di vaccino anti-Covid, con la preoccupazione ulteriore di dover interrompere il digiuno a causa degli effetti collaterali e delle possibili conseguenze temporanee dell’iniezione, come nausea, qualche linea di febbre o malesseri.
Dubbi e ansie a cui ha cercato di rispondere, appellandosi anche alle istituzioni religiose, la rivista scientifica The Lancet. Nel report “Ramadan and Covid-19 vaccine hesitancy - a call for action” ha evidenziato come ad oggi siano scarsi i dati certi sull’esitazione a vaccinarsi (nel mese sacro) da parte della popolazione musulmana nel mondo, che conta più di 1,9 miliardi di persone. Il caso citato è lo studio “Vaccination and blood sampling acceptability during Ramadan fasting month” condotto in Ghana nel 2017 da alcuni ricercatori internazionali, in cui è stato analizzato il tema nel contesto dell'epidemia di Ebola, in Africa occidentale. Durante il Ramadan l’accettazione del vaccino degli studiosi musulmani ha raggiunto l’80% mentre nella popolazione islamica una percentuale molto più bassa, solo il 40%. Numeri che testimoniano un'effettiva diminuzione e per cui si è resa necessaria un’esortazione ad agire per prevenire possibili rallentamenti e rinvii.
Diversi leader religiosi locali, consapevoli del loro ruolo di guide, si sono impegnati quindi nel tranquillizzare i fedeli, con sermoni, riflessioni o qualche intervento sui social network, per infondere sicurezza e far sì che l'osservanza della religione non sia d'ostacolo alla campagna vaccinale. Una delle più alte e autorevoli voci religiose, quella del presidente generale per gli affari della Grande Moschea e della Moschea del Profeta in Arabia Saudita, lo sceicco Abdul-Rahman bin Abdulaziz Al-Sudais, si è alzata per confermare che l'iniezione non invalida il digiuno sacro. Anche nel Regno Unito un imam della città di Leeds, Qari Asim, ha spiegato che la dose non è nutritiva e viene iniettata nei muscoli, non nel flusso sanguigno.
Per evitare comunque possibili astensioni, The Lancet ha consigliato di adibire le moschee come siti di vaccinazione, come per esempio successo a Birmingham, con il centro islamico Al-Abbas divenuta la prima moschea in Gran Bretagna a farlo. Tra i suggerimenti anche quello di prolungare gli orari di lavoro dei centri vaccinali, proprio per consentire ai musulmani di accedere alla dose dopo il tramonto. È su questo filone che si inserisce la proposta dei consiglieri della città di New York, Mark Levine e Daneek Miller, di tenere aperti 24 ore su 24 i siti, soprattutto quelli nei quartieri a maggioranza musulmana.
Intanto in tutto il mondo le istituzioni, religiose e non, si stanno preparando per il mese sacro, il secondo ai tempi della pandemia del Covid. La Grande Moschea della Mecca, luogo simbolo e meta prevista dallo Hajj (il pellegrinaggio e quinto pilastro dell’Islam), ogni giorno verrà sanificata dieci volte, utilizzando 60 mila litri di liquido igienizzante. Ai fedeli che entreranno in numero contingentato verrà misurata la temperatura corporea con 30 termoscanner. C’è invece chi, come la Turchia, ha deciso di vietare ogni preghiera collettiva nelle moschee per tutta la durata del Ramadan, e chi, come il Marocco, ha esteso il coprifuoco dalle 20 di sera fino alle 6 di mattina per paura di diffusione del virus nelle tradizionali celebrazioni.
Oltre al digiuno e alla preghiera, vissuti obbligatoriamente in maniera particolare, i musulmani sono chiamati anche a dedicarsi a coloro che sono stati colpiti più duramente dalla pandemia. “Durante il Mese Sacro e in pieno spirito di solidarietà, faccio appello ad un maggiore sostegno alle persone vulnerabili”, è il messaggio lanciato dall’Agenzia Onu per i Rifugiati (l’UNHCR) tramite il suo Alto Commissario, Filippo Grandi, che ha inoltre attivato la campagna globale di raccolta fondi, denominata “Every Second Counts”, in favore degli sfollati interni e delle persone costrette a fuggire dalle loro case.