Diritti umani
L’arresto, le torture, i 22 mesi in prigione. La mobilitazione internazionale e gli appelli per la libertà. La scarcerazione e il processo che non si è ancora concluso. In un graphic novel la storia del ricercatore egiziano
di Emanuele Coen
«Papà, ci sono problemi…La polizia», poi più nulla. La linea cade e il telefono di Patrick Zaki risulta spento o non raggiungibile. «Patrick?», insiste il padre, senza ottenere alcuna risposta. Comincia così l’odissea del giovane ricercatore egiziano, residente a Bologna dove frequenta un master in Studi di genere all’Università Alma Mater e collabora con Eipr, l’Egyptian initiative for personal rights. Zaki non risponde perché è stato fermato dalla polizia all’aeroporto del Cairo, il 7 febbraio 2020, mentre sta tornando a casa. Cinque i capi di accusa: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di notizie false, propaganda per il terrorismo.
Parte da qui la vicenda giudiziaria di Zaki, torturato subito dopo il fermo e poi rimasto in prigione per 22 mesi in celle sovraffollate e in condizioni igienico-sanitarie precarie, fino al giorno della scarcerazione, lo scorso 7 dicembre. E prende le mosse da quei primi giorni anche il libro “Patrick Zaki, una storia egiziana” (Feltrinelli Comics, con il patrocinio di Amnesty International Italia, in libreria dal 3 febbraio), realizzato a quattro mani da Laura Cappon, giornalista inviata di Mezz’ora in più (Rai3), esperta di vicende dell’Egitto, e Gianluca Costantini, autore di fumetti e attivista per i diritti umani, considerato fra i massimi esponenti italiani del graphic journalism.
Tavola dopo tavola, Cappon e Costantini mettono nero su bianco nomi e fatti, date e protagonisti, concentrandosi sul dramma personale e familiare di Zaki e sui risvolti politici delle violazioni dei diritti umani in Egitto, menzionando anche la vicenda di Giulio Regeni. Una storia fatta di sofferenza e speranze, sullo sfondo di una grande mobilitazione internazionale da parte di intellettuali, politici, giornalisti, associazioni umanitarie e gente comune. A cominciare dalla sua città di adozione, Bologna, che si è stretta intorno al giovane ricercatore.
E così, mentre in Italia esce il libro, il 1 febbraio avrà luogo la prossima udienza che dovrà decidere le sorti di Patrick Zaki. Con i riflettori pronti a riaccendersi se per lui dovessero riaprirsi le porte del carcere.
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