Carcere

“Oltre i muri”, un calendario per segnare i giorni nel luogo del tempo immobile

di Anna Dichiarante   28 dicembre 2022

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Sarà distribuito per il 2023 a detenuti e personale dell’Amministrazione penitenziaria della Casa circondariale di Udine. Dove, da gennaio, partiranno i lavori di ristrutturazione per adeguare l’istituto al principio della rieducazione della pena e del reinserimento sociale

Un calendario per segnare i giorni, nel luogo in cui il tempo sembra terribilmente fermo. S’intitola “Oltre i muri” e verrà consegnato per il 2023 ai detenuti, al personale dell’Amministrazione penitenziaria, agli operatori e ai volontari della Casa circondariale di Udine. Dodici mesi scanditi da altrettanti articoli della Costituzione italiana, da poesie, fotografie e citazioni per riflettere sui temi civili e sulle ricorrenze fondamentali della storia repubblicana. L’idea è di Franco Corleone, garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Udine, ed è stata realizzata con le associazioni Icaro e Società della Ragione.

«Il calendario servirà a calcolare il tempo impiegato a rendere questo carcere un carcere nuovo», spiega Corleone. Perché il 2023 sarà un anno importante per l’istituto di via Spalato, che risale agli inizi del Novecento e non dispone di spazi adatti al cosiddetto trattamento penitenziario: a metà gennaio, infatti, cominceranno i lavori di recupero e ristrutturazione con cui saranno riportate in uso anche alcune parti abbandonate. Un progetto  ̶  finanziato dal dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria con circa 4 milioni di euro  ̶  che mira a garantire migliori condizioni di vita per i detenuti e a dare corpo ai principi proclamati dall’articolo 27 della Costituzione, in primis a quello della rieducazione e del reinserimento in società di chi abbia scontato la pena.

Tra i primi interventi programmati, ad esempio, c’è l’apertura di una sezione destinata a coloro che si trovino in regime di semilibertà; mentre l’ex reparto femminile, ora inagibile, diventerà un polo culturale a cui si aggiungeranno laboratori per attività come pittura, scultura, lettura. Sono già partiti, intanto, i lavori di rinnovamento degli infissi e degli impianti. E proprio per ottenere una maggiore efficienza energetica verranno installati pannelli fotovoltaici che permetteranno, tra l’altro, di sostituire le pericolose bombolette del gas per cucinare con piastre a induzione. Nel 2024, poi, si avvierà la costruzione di un teatro da cento posti che sarà aperto alla città. Tra le opere concluse, invece, la palestra, la sala riunioni, la cappella e l’infermeria.

«È un progetto partecipato, realizzato con la collaborazione delle associazioni di volontariato e della facoltà di Architettura di Udine, che non dovrà interferire con il normale funzionamento dell’istituto», continua Corleone, «un modello di autogoverno, affidato all’intelligenza collettiva per unire il “dentro” e il “fuori” in un processo di progressiva osmosi. Sarà una sperimentazione originale, non calata dall’alto. Nessun centralismo burocratico o di potere, insomma. Ci aspetta un anno di impegno totale, ce la faremo solo con l’appoggio della direzione del carcere, con la disponibilità di educatori e, ovviamente, a condizione che il sovraffollamento diminuisca».

Del resto, si dovrebbe scendere dagli attuali 130 detenuti a circa un centinaio. Ma è fondamentale assicurare le risorse necessarie all’applicazione concreta delle misure alternative alla detenzione. Perché a chi non sta in cella occorre un posto dove vivere e dove fissare la propria residenza, oltre a opportunità di occupazione. Un tema di urgenza sempre più stringente in chiusura di questo 2022, che registra un agghiacciante record negativo di 79 suicidi tra i detenuti. E che termina nell’attesa della conversione in legge delle modifiche alla disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo.