Diritto allo studio
Gli universitari dormono in tenda da più di due settimane: «Anche la Regione Lazio ci ha preso in giro. Non ci fermiamo»
«Per la giunta Rocca il problema del caro-affitti è sotto controllo e si è fatto tutto quello che si poteva fare». Non la pensano così gli studenti che non hanno un posto letto
Sono ormai più di due settimane che gli studenti hanno piantato le tende all’Università Sapienza di Roma. Per protestare contro il caro-affitti che rende impossibile per molti trovare un alloggio a prezzi accessibili e quindi frequentare le lezioni, studiare. «È un problema di diritto allo studio che in questo paese non viene garantito a tutti, violando l’articolo 34 della Costituzione», spiegano gli studenti che prima erano accampati sull’asfalto davanti all’ingresso principale dell'Università e dopo qualche giorno si sono trasferiti all'interno della corte, sotto la statua della Minerva.
Decisi a non fermare la protesta, almeno fino a quando il Governo non prospetterà soluzioni concrete: «Già a maggio scorso siamo stati presi in giro. Tante parole che sono cadute nel vuoto. Quest’anno la situazione è ancora peggio di prima. Le stanze non solo costano tanto ma sono introvabili», avevano spiegato gli studenti a L’Espresso lo scorso 25 settembre, quando “la mobilitazione delle tende” ha ripreso forma.
Dormono a terra da giorni, per lavarsi entrano silenziosi nel bar dell’Università «con degli spazzolini avvolti in buste di plastica per il congelatore e con l’asciugamano ben nascosto nello zaino, cercando di evitare gli sguardi inquisitori dei proprietari, dei camerieri e delle guardie giurate. E la loro mancanza di empatia», racconta Luca Simone nel reportage sul caro-affitti realizzato per Koinè Journal.
Eppure non vogliono tornare a casa: «Volete presentarci il conto dei lavori? Bene noi presenteremo quello degli affitti, hanno risposto alla rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, che li aveva incontrati per chiedergli di spostarsi e permettere la potatura delle piante. «Noi da qui non ce ne andiamo, non finché non avremo ricevuto risposte concrete da Governo e Regione».
Così, dopo qualche giorno, l’appuntamento con il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, è arrivato: venerdì 6 ottobre. Ma «é stata l’ennesima presa in giro. Il Presidente si è presentato senza dati e soluzioni e non ha preso in considerazione il nostro documento con le proposte», spiegano delusi Leone Piva e Mattia Santarelli, coordinatore e vice dell’organizzazione studentesca Sinistra Universitaria che, invece, avevano voluto l'incontro per chiedere più posti letto nelle residenze universitarie pubbliche, regolamentazione degli affitti brevi, innalzamento delle soglie Isee per l’accesso alle borse di studio.
«La Regione sostiene di aver realizzato negli ultimi 6 mesi 800 posti letto in più ma ne risultano solo 300 e sono comunque merito della giunta precedente», continua Santarelli. «Per l'amministrazione Rocca il problema è sotto controllo e si è fatto tutto quello che si poteva fare». Non la pensano allo stesso modo gli studenti che hanno chiesto alla rettrice di poter intervenire durante l’inaugurazione all’anno accademico, il 10 ottobre, «per parlare alla nostra comunità del problema degli affitti. Sarebbe stato un momento significativo di confronto. Che ci è stato negato»* chiarisce Piva. E non pensano che sia tutto sotto controllo neppure gli studenti rimasti senza un posto letto. Che non sanno dove dormire. «Stiamo pensando a come far evolvere la protesta. Affinché si allarghi per includere anche le altre fasce di popolazione colpite dal caro-affitti come i precari, i lavoratori fuorisede. Perché il problema riguarda tutti, il Paese intero, e non può più essere ignorato», conclude Santarelli.
La replica
In seguito alla pubblicazione del nostro articolo, l'Università Sapienza ha inviato a L'Espresso una nota per chiarire i passaggi che hanno portato al mancato intervento degli studenti rappresentanti della "protesta delle tende" all'inaugurazione dell'anno accademico: «La Rettrice ha ribadito che la tematica del caro affitti è sentita da tutta la Comunità Universitaria della Sapienza e che sarebbe stata affrontata anche in un passaggio centrale della Prolusione. Ha fatto convocare tutti i Gruppi Rappresentativi del corpo studentesco, affinché potessero convenire su un testo unitario da affidare alla lettura dello studente incaricato di intervenire nella cerimonia. Il Prorettore Lucidi, che coordinava la riunione, ha constatato l’assenza di una convergenza unanime dei rappresentanti dei Gruppi sull’opportunità di produrre un testo unitario. Ha quindi auspicato che essi riescano a produrre, con maggiore tempo a disposizione, un documento condiviso da presentare al Tavolo sull’emergenza abitativa delle Università del Lazio e, tramite esso, ai diversi Organi Istituzionali».
Gli studenti chiariscono che è stata negata la possibilità di intervento in quanto "rappresentanti della protesta delle tende". Ma è stato chiesto loro di produrre un testo unico in accordo con le altre associazioni studentesche affinché il problema del caro-affitti potesse essere affrontato durante la Cerimonia di inaugurazione. Su questo testo unico l'accordo non si è trovato. «Il tema del caro-affitti e del diritto allo studio è stato comunque toccato durante l'evento dalla rettrice e dallo studente che era già stato incaricato di tenere un intervento in quanto rappresentante della comunità studentesca.