diritto allo studio
Università, tornano le tende degli studenti: «Affitti restano insostenibili. Dal Governo solo parole al vento»
I prezzi restano altissimi. E i posti letto a disposizione sono ancora meno. I giovani riprendono la mobilitazione della scorsa primavera con presidi in 25 città: «Non ce ne andiamo finché non arrivano risultati concreti»
«Disperazione». È questa la parola d’ordine che ripetono gli studenti che dalla sera del 24 settembre sono tornati a piantare le tende di fronte all’università Sapienza di Roma. Avviando, con qualche ora di anticipo, la mobilitazione che da lunedì 25 settembre sta prendendo forma in tutta Italia: davanti alle università: presidi, striscioni e tende sono previsti in una ventina di città, con l’obiettivo di portare all’attenzione del Governo le condizioni delle generazioni più giovani, che non hanno più neanche la possibilità di costruirsi un futuro dignitoso in Italia.
«Abbiamo deciso di tornare in tenda perché la situazione è peggiorata rispetto all’anno scorso. Il governo Meloni non ha fatto nulla per cambiare la situazione del caro-affitti, per migliorala. Solo parole al vento: a Roma una singola costa ancora quasi 500 euro, una doppia circa 250. E così nel resto d’Italia. Le stanze restano spazi angusti, scarsamente manutenuti, ancora più difficili da trovare, visto che quest’anno molti di noi, consapevoli della situazione critica, hanno iniziato a cercare casa già da giugno. Lasciando fuori tanti altri però. Che oggi, sebbene stiano iniziando le lezioni, non hanno ancora trovato un posto in cui dormire», spiega Mattia Santarelli, studente fuorisiede di Giurisprudenza alla Sapienza e vice-coordinatore di Sinistra universitaria, mentre monta la tenda appena fuori l’ingresso dell’università.
«Riprendiamo la protesta dopo che, nonostante le tendate della scorsa primavera che avevano attirato l’attenzione di media e politica, non sono arrivate risposte concrete. Nessuna risposta sugli studentati pubblici che restano carenti mentre i fondi del Pnrr continuano a essere dati ai privati che non garantiscono neppure prezzi calmierati», aggiunge Leonardo, studente della Sapienza, membro dell’organizzazione giovanile Cambiare Rotta: «Nessuna risposta anche sull’abolizione della legge 431 del 1998 che disciplina le locazioni e ha portato alla liberalizzazione e deregolamentazione del mercato degli affitti. È questo che oggi ci costringe a far fronte a canoni medi altissimi che pochi possono permettersi».
Per gli studenti che si preparano ad affrontare il primo freddo autunnale in tenda - «Non ce ne andremo da qui fin quando non otterremo risultati concreti, questa volta» -, il mercato degli affitti è talmente malfunzionante da escludere la maggior parte degli studenti e dei lavoratori. «Non siamo qui solo per protestare contro la questione abitativa che grava sulle nostre spalle ormai da mesi, ma soprattutto contro un sistema-paese e un sistema per il diritto allo studio che non sta tutelando la componente universitaria. Che non permette alle nuove generazioni di costruirsi un futuro in Italia. Noi, invece, un futuro lo vogliamo e siamo pronti a prendercelo», conclude Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari.