Cosa nostra

Ricucire la memoria dell'orrore mafioso: i familiari e i superstiti delle stragi del 1993 si ritrovano a Palermo

di Lia Quilici   20 ottobre 2023

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Nel trentennale dagli attentati, il tributo della città degli eccidi di Capaci e via D'Amelio alle dieci vittime delle bombe di Firenze, Roma e Milano

Lì dove tutto è cominciato. A Palermo, dove dopo gli eccidi del 1992, Cosa nostra decise di esportare al Nord la campagna di terrore che avrebbe portato alle bombe di Firenze, Roma e Milano del 1993. Nel trentennale degli attentati, il 23 e 24 ottobre, familiari e superstiti si ritrovano in Sicilia per un appuntamento che è insieme un omaggio di memoria e una riflessione sulla nostra storia recente. Un appuntamento che costituisce anche il tentativo di ricucire il tessuto di un Paese lacerato dall’offensiva mafiosa.

 

“Testimonianze di memorie ferite: il trauma e la rinascita. Le stragi del 1993 nel ricordo dei protagonisti”, è il titolo scelto dall’Università per il tributo della città Palermo e della Sicilia alle vittime e ai feriti di via dei Georgofili, via Palestro, San Giorgio in Velabro, San Giovanni in Laterano.

 

Così, per la prima volta, per due giorni magistrati, uomini di Chiesa, storici dell’arte, restauratori e soprattutto familiari delle vittime e testimoni diretti di quella guerra che ha fatto 10 vittime e danni incalcolabili al patrimonio artistico del Paese sono insieme a Palermo. L’iniziativa è partita proprio dai parenti delle vittime, da Teresa Fiume, sorella di Angela, morta nella strage di via dei Georgofili a Firenze, Jamila Chabki, nipote di Moussafir Driss che ha perso la vita in via Palestro a Milano, Nicola Penna e Raffaella La Catena, cognato e sorella di Carlo La Catena, anche lui caduto in via Palestro, e ancora da Daniele Mosca e Paolo Lombardi, memorie viventi della strage dei Georgofili.

 

Il convegno si svolge il 23 (dalle 15 alle 19) e il 24 ottobre (dalle 9 alle 13) nelle due sedi dell’Aula Magna dello Steri e dell’aula Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino del Palazzo di Giustizia. L’organizzazione coinvolge l’Università degli Studi di Palermo, insieme all’Associazione Nazionale Magistrati, il Centro Studi Pio La Torre, il Centro Siciliano Sturzo e il Laboratorio di Poetica dell’Istituto di Cultura Romantica.

 

«Prendendo spunto da una mia ricerca ancora in corso sulla valenza simbolica delle stragi del 1993, e dalle sollecitazioni che mi arrivavano dalle tante persone incontrate e intervistate, assieme all’amica e collega Licia Callari, è nata l’idea di questo convegno», spiega Alessandra Dino, ordinaria di Sociologia della devianza a Palermo. «Un tributo – aggiunge - che la citta di Palermo, a 30 anni dagli attentati, offre alle citta ferite di Firenze, Milano e Roma e ai tanti cittadini che di quelle stragi sono state vittime. Come un cerchio che si chiude, ma per continuare a riprodurre nuove spirali sempre piu ampie, abbiamo voluto che fosse Palermo (a sua volta ferita), a essere il luogo elettivo di questa celebrazione della memoria, che è anche dal desiderio di rinascita e decisa e forte richiesta di verità».

 

Al convegno, tra gli altri, i protagonisti della rinascita delle città ferite, come Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, ex Soprintendente del Polo Museale Fiorentino e Antonio Natali, storico dell’arte ed ex direttore degli Uffizi allora in prima fila nel processo di ricostruzione; Daniela Lippi, autrice dell’ultimo restauro a una delle tele distrutte in via dei Georgofili, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, Nando Dalla Chiesa e il vescovo di Acireale Antonino Raspanti.