Secondo un’indagine di Skuola.net, la paura di deludere le aspettative è tra le cause principali. «Andrebbe spiegato alle famiglie che la laurea non è sinonimo di successo»

«Hai mai mentito sulla carriera universitaria?». Secondo un’indagine condotta dal portale Skuola.net uno studente su tre sì, l’ha fatto: ha raccontato bugie ai familiari sul proprio percorso di studi.  La maggior parte, il 38 per cento, non ha detto la verità a proposito della media di voti ottenuti durante gli esami. 18 dei 1.100 intervistati hanno dichiarato di aver mentito anche sulla data della laurea.

 

Con molta probabilità tra le ragioni per cui gli studenti dicono bugie sulla carriera universitaria, ha un ruolo importante la pressione sociale, cioè il peso delle opinioni delle aspettative degli altri. Che l’84 percento degli intervistati dichiara di percepire: per quasi la metà, «la pressione sociale è parecchia e si sente», per gli altri c’è ma non condiziona la vita di tutti i giorni.

 

Come più volte hanno gridato gli studenti dalle piazze, anche l’indagine di skuola.net testimonia che il malessere tra gli universitari è diffuso. Ed è causato soprattutto dal timore del giudizio altrui, in particolare di quello della famiglia: la paura di deludere i genitori è tra le ragioni più frequenti che portano a dire bugie. C’è anche il desiderio di evitare lo scontro a casa oppure la vergogna per non essere stato all’altezza del compito.

 

In alcuni casi si parla di piccole menzogne sul percorso di studi, relative a situazioni specifiche. In altri, invece, le bugie sono sistemiche. Possono generare un vortice da cui diventa sempre difficile uscire e che può spingere lo studente a mentire fino al giorno della discussione della tesi. Che, invece, non è previsto.

 

Solo il 22 percento degli intervistati dice che se venisse scoperto affronterebbe la questione a mente fredda, chiederebbe scusa e non ci penserebbe più. Al contrario uno studente su quattro dichiara che si dispererebbe se i genitori scoprissero le menzogne. Il 24 percento dice di essere spaventato dalla possibilità che succeda. Il 16 percento che si sentirebbe umiliato.

 

«Spiegare alle famiglie che la laurea non è sinonimo di successo», sarebbe la soluzione migliore per alleviare il malessere secondo la maggior parte degli intervistati da Skuola.net. Anche «invitare le università a un approccio agli studi più “umano”» è una buona soluzione secondo gli studenti. «Più che potenziare il supporto psicologico messo a disposizione dagli atenei».

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