Le richieste degli studenti arrivano in Parlamento. Dopo quasi un mese dalla prima tenda piantata dalla studentessa Ilaria Lamera davanti al Politecnico di Milano, all’inizio di maggio, per protestare contro i prezzi alti degli affitti che rendono impossibile per i fuorisede trovare un posto letto, non solo nel capoluogo lombardo ma nella maggior parte delle città universitarie d’Italia, il 29 maggio alla Camera dei deputati si discute la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle sulla crisi abitativa. Che raccoglie, in parte, le richieste degli studenti.
La mozione, promossa dall’onorevole Antonio Caso, mira ad adottare iniziative per bloccare il rincaro degli affitti, investire negli alloggi, incrementare i fondi a sostegno degli studenti fuorisede. Per quanto riguarda il Pnrr, il M5s chiede di assicurare il conseguimento dei target stabili e di renderne strutturali i risultati. Tra le altre richieste: incrementare la disponibilità di alloggi e residenze per i fuorisede anche mediante interventi di recupero degli edifici esistenti; che l’Agenzia delle entrate fornisca informazioni complete sul mercato delle locazioni, che il ministero dell'Università e della Ricerca avvii un tavolo permanente sulla crisi abitativa con le associazioni studentesche.
Come spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Universitari, l’associazione di studenti che ha promosso e coordinato la protesta delle tende che si è estesa in 20 città: «La mozione è un atto di indirizzo che rappresenta il primo banco di prova della maggioranza. Ci appelliamo al ministro Salvini e alla ministra Bernini: se veramente il Governo vuole impegnarsi per risolvere la crisi abitativa, abbia il coraggio di assumersi degli impegni chiari davanti al Paese». L’Udu nei giorni scorsi aveva redatto un manifesto nazionale contro il caro affitti che però non ha ricevuto risposta dalle forze politiche. L’Unione degli universitari aveva anche presentato un’analisi su come si stanno spendendo le risorse del Pnrr dedicate agli alloggi per studenti. Evidenziando come la maggior parte dei fondi stesse finendo nelle mani di enti privati. Senza senza vincoli predeterminati a favore del diritto allo studio.
«Nei giorni scorsi la Ministra Bernini ha dichiarato che è stato già fatto molto per risolvere la crisi abitativa, investendo un miliardo di euro. La cifra è reale, peccato che sia spalmata su tre anni e che risulti insufficiente a rispondere all'emergenza. Abbiamo chiesto un piano per gli studentati pubblici da tre miliardi di euro - continua Piredda - e chiediamo al Parlamento di approvare una mozione chiara sugli obiettivi dei prossimi mesi e anni».