Massimo Arcangeli, linguista e da sempre in prima linea contro le discriminazioni di genere, è stato ricoperto di insulti e minacce per una petizione contro il generale: "Te ne devi andare dall'Italia, tu e tutti i depravati come te. Fallo finché sei in piedi"

Un crescendo di insulti e minacce. Messaggi mossi da un odio omofobico che da settimane prendono di mira Massimo Arcangeli, docente, ordinario di Scienze dell'antichità, presso l'Università di Cagliari, primo firmatario di una petizione alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni contro il libro di Roberto Vannacci "Il mondo al contrario". Una violenza che arriva dai social, come se internet fosse un porto franco che sfugge alla legge fino alla minaccia:  "Te ne devi andare dall'Italia, tu e tutti i depravati come te, prima che apriamo la caccia...meglio che lo fai con le tue gambe da in piedi". A commentare e dar manforte ai messaggi di odio è un militare dell'esercito. Denunciato. «E continueremo a denunciare. perché non ho paura», specifica l'attivista e linguista che già a luglio era sto vittima di un'aggressione: calci e pugni di fronte a decine di persone, alla stazione metro di Piramide  a Roma che si è consumata l’ennesima feroce aggressione omofoba. 

 

Professore Arcangeli cosa è successo? 
«La petizione è stata in un certo senso un punto di non ritorno. L'onda violenta nasce da lì ed è cresciuta attraverso i social: insulti, intimidazione, minacce. In questi giorni si intensificano anche quelle di morte sui miei profili. Mentre alle mail istituzionali arrivano semplicemente insulti, direi nell'ordine della normalità. Oggi, tuttavia, il mio legale Marco Natale ha depositato denuncia per diffamazione e minacce pesantissima».  

 

Sono utenti reali con nome e cognome o si nascondo dietro un nick?
«Ho approfondito le varie situazioni. C'è stato un commento di appoggio a una minaccia di morte che proveniva proprio da un militare. Sono in corso accertamenti. Ma ci sono sia nome e cognome, direi che è plausibile. Certo, ci sono i leoni di tastiera. Ma sa, poi basta incrociare i simboli associati ad alcuni profili ed ecco, il cerchio amicale è inconfondibile. C'è un'area eversiva evidente e riconoscibile». 

 

 

Come si spiega questo clima?
«Le chiavi di lettura sono tante. Quello che mi sento di sostenere è il fatto che la polarizzazione non solo tra opposte ideologie ma tra opposte modalità di essere, di stare nel mondo su tutti i livelli sta montando. Ahimè, anche su effetto dell’altro versante degli eccessi del politicamente corretto che sappiamo bene altrettanto fortemente possono attizzare gli animi. Però la mia sensazione profonda è che l’Italia sia in fortissimo debito culturale verso fenomeni che non sono semplici recrudescenze, anzi, attestano la presenza di un radicamento profondo di atteggiamenti sessisti, razzisti, omofobi. E nel momento in cui si da la possibilità a questa Italia profonda di riemergere e alzare la testa, questo è quello che succede».

 

Non è la prima volta per lei...
«No, sono stato già aggredito nel giugno scorso fisicamente da uno sconosciuto. Sono una persona esposta per il mio attivismo. E su quella aggressione posso formulare delle ipotesi. Qualche giorno fa ho denunciato al commissariato di Roma altre due persone per diffamazione. Ma qui siamo passati alle minacce. È proprio un’escalation discorsiva-argomentativa ma in linea con quello che sta avvenendo. Nel momento in cui mi scrivono: "Te ne devi andare dall'Italia, tu e tutti i depravati come te, prima che apriamo la caccia...meglio che lo fai con le tue gambe da in piedi". E sotto persone che dovrebbero garantire l'incolumità di noi cittadini scrivono: “Quando cerchi rogne poi te le trovi”, oppure: “Minacce verbali chissà che non possano diventare di altro genere”. Ecco, c'è da preoccuparsi».

 

Ha paura?
«No, non ho mai avuto paura di nulla. Da cittadino libero reagisco in modo civile. Ma innanzitutto civico. Credo che pur consapevole che la libertà di espressione sia fondamento di ogni democrazia, qui abbiamo superato ogni limite. Quello dell'hate-speech è un problema serio, pensiamo a tantissimi giovani fragili. Questo è anche il risultato di una polarizzazione che è schizofrenia pura. Quella del politicamente corretto che rischia di riscrivere ai nostri occhi tutto il passato scomodo, non consono a questo neo-puritanesimo. E dall'altro polo questo fenomeno di incrudimento di fenomeni eversi. Bisogna trovare un modo per poter arginare, depotenziare questa opposizione feroce o ne vedremo ancora delle brutte».

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