Salvini vuole candidare Vannacci alle europee. Il generale: "Ci penserò"
«Non so cosa faranno gli altri» leader, «io non mi candido, resto a fare il ministro delle Infrastrutture». A cinque mesi dalle europee, Matteo Salvini scioglie la riserva ed esclude di correre nella competizione elettorale del 6-9 giugno. Nella conferenza stampa di fine anno, Giorgia Meloni aveva rimandato a un confronto con gli alleati di governo il tema di una sua eventuale candidatura, sostenendo che sarebbe stata disponibile se anche gli altri leader avessero ritenuto giusto essere della partita. E a pochi giorni dall'incontro della premier con i giornalisti, il segretario della Lega mette in chiaro che non si ricandiderà capolista alle Europee, come fece nel 2019 (facendo toccare alla sua Lega lo storico 34%). Il «mio obiettivo» alle Europee «è raggiungere i 5 stelle» nei consensi, afferma poi. «A me piacerebbe Vannacci candidato, perché è un'altra vittima della sinistra radical chic contro le libertà». «Ringrazio per il pensiero e per la fiducia, a mente fredda valuterò, fermo restando che per il momento faccio il soldato». Ha detto all'Ansa il generale Roberto Vannacci.
Niente accordo sull’ex Ilva. A vuoto l’incontro a Palazzo Chigi.
Arcelor Mittal si chiama fuori. Il futuro degli stabilimenti ex Ilva di Taranto sembra non vedere ulteriori investimenti del colosso indiano dell'acciaio né in prima linea né come socio di minoranza. L'ennesima fumata nera, arrivata al termine dell'incontro a Palazzo Chigi tra i vertici della multinazionale e il governo, preclude l'aumento di capitale da 320 milioni di euro, con cui l'esecutivo si proponeva di portare lo Stato al 66% del gruppo siderurgico tramite Invitalia. Operazione necessaria per garantire la continuità produttiva. Palazzo Chigi ha reso nota al termine dell'incontro "l'indisponibilità" di AM ad assumere impegni "finanziari e di investimento nemmeno come socio di minoranza". All'incontro, durato circa due ore, con il Ceo Aditya Mittal e l'ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, c'erano i ministri dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, degli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, del Mimit, Adolfo Urso, del Lavoro, Elvira Calderone e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Nella nota diffusa subito dopo il Governo fa inoltre sapere di avere incaricato «Invitalia ad assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale» e di aver convocato i sindacati per giovedì prossimo. Un appuntamento che si spera possa fornire maggiori dettagli sulle prossime mosse. Sul piatto c'è la questione delle risorse necessarie a garantire un futuro all'azienda. A cominciare da quelle per acquistare gli impianti Ilva in amministrazione straordinaria: circa un miliardo. Dura intanto la reazione dei sindacati. Di "atteggiamento assolutamente inaccettabile" parla il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenendo su Rai Radio1. Si va «nella direzione opposta rispetto alla responsabilità sociale che si richiede oggi alle grandi multinazionali», sottolinea.
Usa e Onu: «Aiuti a Gaza per ritorno degli sfollati»
Il Dipartimento di Stato americano e il coordinamento dell'Onu per gli aiuti umanitari a Gaza sono per «rafforzare il meccanismo per fornire assistenza umanitaria ai civili a Gaza e facilitare l'assistenza alla parte settentrionale della Striscia per consentire il ritorno degli sfollati». Ne hanno parlato il capo della diplomazia Usa Antony Blinken, in visita nella regione, e il nuovo coordinatore per gli aiuti umanitari e la ricostruzione nella Striscia di Gaza Sigrid Kaag. Entrambi, afferma una nota del Dipartimento di Stato, hanno sottolineato «un impegno condiviso per raggiungere i più vulnerabili, l'allargamento dell'ingresso di aiuti e beni commerciali a Gaza e il rafforzamento dei finanziamenti per l'assistenza umanitaria».
Trump chiede l'immunità presidenziale per le accuse in Georgia
Donald Trump ha depositato una mozione per chiedere l'immunità presidenziale nel procedimento in Georgia, nel quale è accusato di aver cercato di capovolgere il risultato delle elezioni del 2020. Nella documentazione i legali di Trump affermano che il loro assistito dovrebbe essere protetto dall'immunità presidenziale perché ha agito nella sua capacità di presidente quando ha obiettato i voti elettorali a Joe Biden. «Comunicare con i funzionari statali sulla gestione delle elezioni federali e chiedere loro di esercitare le loro responsabilità ufficiali rispetto alle elezioni rientrano nelle responsabilità presidenziali», affermano gli avvocati di Trump. «Dal 1979 al 2023 nessun presidente è mai stato perseguito a livello penali per azioni commesse» mentre era in carica, mettono in evidenza.
Acca Larentia. Rampelli: «Lontano da gesto ma manifestare è legittimo»
«Noi non facciamo saluti romani, per scelta e non per convenienza, da sempre e non da oggi perché governiamo. Schlein dovrebbe documentarsi. Decidemmo di non mettere piede a quella manifestazione per la sua natura estremista oltre 25 anni fa. Abbiamo un'altra idea di 'destra'. Una decisione tangibile». Lo dice Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia, in un'intervista alla Stampa, sui saluti romani domenica a Roma nel corso dell'anniversario della strage di Acca Larentia. Sull'interrogazione presentata dal Pd sulla sua presenza al raduno, Rampelli dichiara: «Denotano scarsa preparazione, se non sanno quale è stato il mio percorso nella destra italiana significa che non hanno a cuore la storia d'Italia. Sono il più feroce avversario del nostalgismo e il più deciso modernizzatore del mio mondo. Lo sanno anche i sassi. Per questo non ho nulla da spartire con chi fa saluti romani. Mi fa specie piuttosto che nessuno chieda la riapertura delle indagini per trovare gli assassini di tre ragazzi innocenti, da sinistra non si è sentito un fiato. Sembra più importante trovare i nostalgici delle braccia tese».
Sull'esposto annunciato dal M5S per apologia di fascismo, Rampelli risponde: «La magistratura non ha bisogno di esposti per agire. Ha foto e video di decenni, se avesse ravveduto reati immagino li avrebbe perseguiti da tempo. In democrazia c'è il diritto di manifestare le proprie opinioni anche quando non collimano con il sentimento comune, il limite invalicabile è l'uso della violenza, la coercizione, l'intimidazione e la ricostituzione del Pnf. Lì occorre essere inflessibili, non reprimendo le opinioni».