Le reazioni alla possibile chiusura del social network. Putin che torna ad agitare lo spettro nucleare. Il centrosinistra s accorda sul nome per la Basilicata. La Lega battura sul terzo mandato. I fatti da conoscere

La contromossa di TikTok negli Stati Uniti: parte la "chiamate alle armi" degli utenti. Le notizie del giorno

L'appello del ceo di TikTok agli utenti: "Fate sentire le vostre voci" 
"Fate sentire la vostra voce". È l'appello su twitter del Ceo di TikTok, Shou Zi Chew, agli utenti del social, sotto forma di clip TikTok dopo che la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato per approvare una legge che potrebbe vietare la piattaforma negli Stati Uniti. La Camera ha votato mercoledì, con i rappresentanti di entrambi gli schieramenti che si sono uniti per approvare il disegno di legge. Ora si dirige al Senato, dove dovrà affrontare un futuro incerto.I politici esprimono da tempo la loro preoccupazione per la società madre di TikTok, ByteDance, che ha sede a Pechino, sospettata di avere legami con il Partito Comunista Cinese.

 

Vladimir Putin agita il nucleare: «Truppe al confine finlandese»
La Russia dispone di armi nucleari ancora "più avanzate" degli Stati Uniti e, se necessario, "dal punto di vista tecnico-militare siamo pronti" ad usarle. L'avvertimento, lanciato da Vladimir Putin in un'intervista alla televisione di Stato, è accompagnato dal richiamo alla dottrina militare di Mosca, che consente di fare ricorso a tali armamenti solo come risposta a minacce all' "esistenza" dello Stato o alla sua "sovranità e indipendenza". E dall'aggiunta di non aver mai pensato di usare armi nucleari tattiche in Ucraina nel 2022, smentendo notizie circolate negli Usa.

Una rassicurazione che non convince del tutto i vicini occidentali. Tanto più che Putin ha annunciato di voler schierare le sue truppe lungo la frontiera con la Finlandia, appena entrata nella Nato insieme alla Svezia. «Un passo assolutamente privo di significato per i due Paesi dal punto di vista della tutela dei propri interessi nazionali», ha affermato il capo del Cremlino, perché «non avevamo truppe lì e ora ci saranno, non c'erano sistemi di distruzione e ora appariranno». Il premier finlandese Petteri Orpo ha risposto sottolineando che il suo Paese lavorerà al «potenziamento della difesa e al rafforzamento dei confini», che ha definito "pilastri fondamentali". «Nessuno qui ha paura di voi», gli ha fatto eco il presidente lituano Gitanas Nauseda, commentando l'aggressione subita nel suo Paese da Leonid Volkov, ex braccio destro dell'oppositore russo Alexei Navalny, morto in detenzione. Al termine di un bilaterale martedì sera a Parigi con Emmanuel Macron, Nauseda aveva detto che occorre "considerare seriamente l'idea di inviare truppe in Ucraina".

 

Stop alla Lega sul terzo mandato, maggioranza si spacca
La richiesta della Lega del terzo mandato per i governatori va di nuovo a sbattere contro il "no" degli alleati, che al Senato bocciano anche l'emendamento sull'eliminazione del ballottaggio per i sindaci. Diviso su una battaglia che il partito di Matteo Salvini non ritiene affatto chiusa, il centrodestra si compatta invece sulla giustizia: lunedì Giorgia Meloni in una riunione a Palazzo Chigi con Carlo Nordio ha dettato l'accelerazione sulla separazione delle carriere dei magistrati e sulla riforma del Csm. Un cambio di passo dopo la frenata autunnale, quando era stata data priorità alla riforma del premierato.

L'intenzione della Lega di insistere sul terzo mandato era stata anticipata da giorni agli alleati, nonostante una prima bocciatura dell'emendamento durante l'esame del decreto elezioni in commissione. A differenza del relatore, Alberto Balboni di FdI, il governo ha evitato di esprimere parere negativo rimettendosi all'Aula di Palazzo Madama. E non è stata una sorpresa che ai voti favorevoli della Lega si sono uniti solo quelli di Italia viva, mentre si sono espressi contro FdI, FI, Pd, M5s e Avs, e si è astenuta la Svp.

Inattesa è stata invece la proposta leghista sul ballottaggio dei sindaci in Comuni oltre i 15mila abitanti, che avrebbe consentito di eleggere chi al primo turno supera il 40%. L'idea non è piaciuta a FdI e FI, è stata definita dalla segretaria del Pd Elly Schlein «un blitz a tre mesi dal voto, uno sfregio alle più basilari regole democratiche», ed è stata bocciata anche dall'Anci. «Non crediamo che uno stravolgimento della legge sull'elezione diretta dei sindaci possa essere ipotizzato senza interpellare i comuni», ha osservato il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, in nome della "leale collaborazione tra istituzioni". Questa volta il governo ha invitato al ritiro della proposta e la Lega ha accettato di trasformarlo in ordine del giorno. «Su questo tema possiamo comprendere che a due mesi dal voto sarebbe non corretto, quindi ci può stare. Per noi era importante porre la questione», la sintesi finale del capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo. Dal suo partito intanto arriva un avvertimento: la partita sul terzo mandato continua. Tornare alla carica dopo la bocciatura in commissione è stata una scelta di coerenza, sottolineano da Via Bellerio, non era una mossa contro il governo. Al prossimo provvedimento utile, insomma, i leghisti torneranno all'attacco: «Ora - è il senso dei ragionamenti dei leghisti - i nostri alleati sono contrari ma magari più avanti cambiano idea, si trova un modo per smussare». Fra le ipotesi che potrebbero essere valutate dal centrodestra alla ricerca di un compromesso, anche quella di ampliare il limite dei mandati da due a tre ma non per i governatori già in carica. Comunque non prima delle europee.

 

Hamas chiama i palestinesi a marciare sulla Spianata
Hamas lancia il suo appello: i palestinesi della Cisgiordania marcino verso la Spianata della Moschea a Gerusalemme. La richiesta della fazione islamica arriva a due giorni dal primo venerdì di Ramadan, che molti ritengono a rischio di incidenti gravi sull'onda della guerra a Gaza, e in una giornata che ha visto 5 palestinesi uccisi in diversi episodi tra la Cisgiordania e Gerusalemme, compreso un attentato in cui sono rimasti feriti due militari israeliani. Il tutto mentre i negoziati per una possibile tregua nella Striscia in occasione del mese sacro ai musulmani sembrano al momento arenati.

La stessa Hamas ha smentito un'indiscrezione di fonte araba sull'esistenza di una "proposta internazionale" di cessate il fuoco. Mentre l'Unrwa ha fatto sapere che un raid di Israele su un suo centro nell'area di Rafah ha ucciso almeno un membro dello staff, provocando anche diversi feriti. Nell'appello ai palestinesi dei Territori, Hamas ha chiesto di andare verso la Spianata delle Moschee e di "spezzare le catene dell'occupazione e del suo assedio". Riferendosi poi agli uccisi, la fazione islamica ha salutato nel "terzo giorno del sacro Ramadan i martiri" di Gerusalemme, Jenin e Betlemme, compreso "l'eroico accoltellamento" dove sono stati feriti due israeliani. «È una jihad di vittoria - ha concluso Hamas - o di martirio».

Israele nei giorni scorsi ha aumentato di molto le misure di sicurezza a Gerusalemme e nella Città Vecchia ed ha posto limiti di età all'accesso alla Spianata: misure adottate anche gli anni passati ma che con la guerra in corso a Gaza sono un nuovo motivo di scontro. Hamas si è riferita ai due palestinesi colpiti a morte la scorsa notte, secondo la Wafa, da forze di sicurezza israeliane ad al-Jib, a nord di Gerusalemme. Secondo la radio militare israeliana, i due «erano impegnati nel lancio di bottiglie incendiarie verso automobilisti israeliani». Altri due palestinesi, sempre secondo la Wafa, sono stati uccisi durante un'operazione dell'esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania. L'agenzia palestinese ha riferito che «i soldati hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone che si trovava fuori dall'ospedale locale».

 

Per la Basilicata il centrosinistra ha scelto Lacerenza
Domenico Lacerenza, oculista di 66 anni, nato a Barletta ma "lucano da oltre un quarto di secolo", al suo primo impegno politico, è il candidato del centrosinistra per le elezioni regionali in programma in Basilicata il 21 e il 22 aprile. L'accordo è stato raggiunto da Pd, M5S, Avs, +Europa e ha trovato il consenso anche di Angelo Chiorazzo, che era stato indicato come candidato governatore da Basilicata Casa Comune. Sarà quindi un medico - Lacerenza è il direttore della Sic (Struttura interaziendale complessa) di Oculistica dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, la più importante della regione - a sfidare il governatore uscente, Vito Bardi (Forza Italia), ricandidato alla guida della coalizione di centrodestra, che dovrebbe allargarsi fino ad Italia Viva e ad Azione. Le liste dovranno essere presentate venerdì 22 e fino alle ore 12 del 23 marzo: la sensazione è che entrambi i partiti dell'ex Terzo Polo inseriranno loro esponenti nelle liste a sostegno dell'ex generale della Guardia di Finanza, che fu eletto nel 2019. Anche cinque anni fa, quando Bardi vinse con il 42,2%, per la Basilicata il centrosinistra scelse a pochi giorni dalla presentazione delle liste un altro medico, Carlo Trerotola (che si fermò al 33,1%), senza esperienze politiche di rilievo.

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