Amici bestiali
Sì, nel 2024 c’è ancora chi uccide animali rari per avere un trofeo
I macabri memorabilia vengono sequestrati alla dogana, come denuncia ora una mostra fotografica. Ma sono i numeri di questo fenomeno a far riflettere
Pensavo che la caccia grossa fosse un retaggio del passato dal sapore coloniale. Mi sbagliavo. Esistono ancora centinaia di italiani e statunitensi che si dilettano ad andare in Africa a sparare e uccidere animali come elefanti, giraffe, leoni, leopardi.
Lo scopo di questo massacro? Portarsi a casa un trofeo. Una zampa di elefante trasformata in posacenere, una mano di scimmia che funge da apribottiglie, una pelle di leone come tappeto. La fiera degli orrori. Scopro questa pratica attraverso una mostra fotografica promossa da Humane Society International Europe con gli scatti fotografici di Britta Jaschinski esposti a Palazzo Valdina, una delle sedi della Camera dei Deputati, a Roma. Le foto ritraggono i trofei di caccia sequestrati dai doganieri perché arrivati in Italia senza i documenti di accompagnamento richiesti. Si, perché è perfettamente legale portarsi a casa, al rientro da queste vacanze di sangue, il proprio souvenir. Basta che tutte le carte siano in regola.
Cosa si può fare per bloccare un massacro del genere? Intanto mettere a punto una legge che vieti l’importazione dei trofei. Il gruppo interparlamentare capeggiato da Vittoria Brambilla ci sta lavorando. Sarebbe già un passo avanti, un deterrente per fermare una caccia che non ha nessun senso.
Con orrore scopro che in Italia ci sono agenzie che organizzano queste costosissime trasferte, si parla di circa centomila euro. A corredo delle proposte di pacchetto vacanza-safari, ci sono anche i racconti macabri dell’uccisione di esemplari pregiati. La storia che più mi ha colpita è quella del racconto dell’uccisione di un elefante di cinquanta anni con dovizia di particolari macabri. Pezzi di animali in via di estinzione che si trasformano in decorazioni di interni.
I numeri. Tra il 2014 e il 2022, sono stati importati 471 trofei di caccia. Non è tutto, i ricchi cacciatori di fauna selvatica, secondo i dati diffusi da Humane Society International Europe, hanno portato in Italia sette leoni, cinque elefanti, cinque orsi polari, tre leopardi e due ippopotami, tutti fatti a pezzi e confezionati come trofei. Gli amici bestiali sono tristi.