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Amadeus via dalla Rai è una storia di ordinaria presunzione

di Beatrice Dondi   11 aprile 2024

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L'addio del conduttore a Viale Mazzini mette in mostra, ancora una volta, come i vertici della tv pubblica siano convinti che un programma sia solo un buco di palinsesto da riempire. Insomma, non hanno imparato nulla dai flop De Girolamo e Insegno e dal successo di Fazio su altri canali

Cinque Festival di Sanremo con numeri impensabili, sia per gli ascolti che per i brani in classifica. Un preserale che supera i cinque milioni di persone (5 milioni e settecentomila per l'esattezza nella giornata di mercoledì) che si ostinano a guardare delle scatole. E una serie inesauribile di riscontri. Inevitabile dunque che questa Rai senta di poter fare a meno di Amadeus. A volte a pensar male si fa presto eppure il timore che il conduttore dei record possa essere lasciato andare al Nove per un semplice atto di presunzione da parte di una fazione di viale Mazzini, si affaccia con prepotenza.

 

L’amministratore delegato Sergio su un marciapiede, il direttore generale Rossi sull’altro. In mezzo il pubblico maltrattato. Perché in questo scontro insensato passa la linea del tanto se ne può fare a meno. Tanto uno vale uno come diceva qualcun altro. Peraltro è già successo con esiti infausti ma la storia televisiva insegna ben poco.

 

Ora, detto che si tratta in questi specifico momento storico di bazzecole, l’affare Amadeus comincia a diventare ingombrante. La presunzione che i programmi siano solo buchi da riempire e non frutto di un paziente lavoro artigianale, che la televisione sia un bene pubblico e come tale a quel pubblico che si presta a non cambiare canale tu debba offrire un menù degno dei suoi gusti e delle sue aspettative non sfiora il cavallo di viale Mazzini. Come se appunto il fantino contasse ben poco.

 

È già accaduto con modalità diverse ma in qualche modo simili in maniera imbarazzante col caso Fazio. A cui è stata mantenuta la porta aperta, con la presunzione che tanto il problema fosse solo trovare il sostituto. E l’ha spiegato sin troppo bene Nunzia De Girolamo nell’intervista al Corriere qualche giorno fa: non ero pronta a condurre un programma politico ma mi hanno chiesto in fretta e furia di andare a coprire uno spazio lasciato vuoto. Non era pronta, e infatti il risultato è stato talmente sotto gli occhi di tutti che Il suo fortunoso Avanti popolo ha fatto un passo indietro e dopo ascolti disastrosi è stato chiuso in fretta e furia. Ed è solo presunzione gestionale quella che ha messo Pino Insegno in onda con in programma vecchio, condotto senza guizzi giusto per fare. Ora se il buon Ama col suo tesoretto di pubblico fedele traslocherà a Discovery portandosi dietro probabilmente anche il format di Affari tuoi, alla Rai toccherà ricominciare da capo per ricostruire uno puzzle a cui sono scomparsi i pezzi costitutivi. Ma tanto ci vuole poco. Basta un po' di presunzione.