La nuova edizione triplica le aspettative e annuncia contemporaneamente la dozzina per la Narrativa, la dozzina per la Poesia e la cinquina europea. E i libri rispecchiano un Paese impaurito, in cerca di relazioni nuove con la terra

La foto è del 1947. Immortala la serata finale della prima edizione del Premio Strega, che sarà vinto da Ennio Flaiano con “Tempo di uccidere”.  Tra gli Amici della Domenica c’è una signora elegante, lo sguardo in giù e un foglio ripiegato in mano: è Anna Garofalo, la giornalista che il 2 giugno del 1946 scrisse quell'emozionante frase che Paola Cortellesi ha rilanciato in “C’è ancora domani”: “Stringiamo le schede come biglietti d’amore”.

 

A evocare l’immagine è Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, nell’annunciare la prima novità del Premio Strega 2024: il ritorno nella serata finale (il 4 luglio) dello scrutinio dal vivo. È ripartita, con la selezione ufficiale della dozzina dei finalisti, l’ineffabile corsa verso il Premio Strega, il più importante premio letterario italiano: per chi vince, e chi lo pubblica, ingresso in albo storico e garanzia di vendite. Il Comitato direttivo ha vagliato quest’anno ben 82 proposte - e Petrocchi, da segretario del Premio, mette le mani avanti: «Siamo tutti abbastanza esperti da valutare la qualità generale di un’opera entro cento pagine» fissa in slide, all’inizio del suo intervento nel corso della conferenza stampa al Tempio di Adriano di Roma, citando “American Fiction” tratto dal romanzo di Percival Everett.

 

La dozzina degli autori ufficialmente in gara, che si daranno appuntamento per la cinquina il 5 giugno al Teatro Romano di Benevento, è questa:

 

© Musacchio, Pasqualini e Fucilla / MUSA

 

Sonia Aggio, “Nella stanza dell'imperatore” (Fazi), proposto da Simona Cives;
Adrián N. Bravi, “Adelaida” (Nutrimenti), proposto da Romana Petri;
Paolo Di Paolo, “Romanzo senza umani” (Feltrinelli), proposto da Gianni Amelio;  
Donatella Di Pietrantonio, “L'età fragile" (Einaudi), proposto da Vittorio Lingiardi;
Tommaso Giartosio, “Autobiogrammatica” (minimum fax), proposto da Emanuele Trevi;
Antonella Lattanzi, “Cose che non si raccontano” (Einaudi), proposto da Valeria Parrella;
Valentina Mira, “Dalla stessa parte mi troverai” (Sem), proposto da Franco Di Mare;
Melissa Panarello, “Storia dei miei soldi” (Bompiani), proposto da Nadia Terranova;
Daniele Rielli, “Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale” (Rizzoli), proposto da Antonio Pascale;
Raffaella Romagnolo, “Aggiustare l'universo" (Mondadori), proposto da Lia Levi;
Chiara Valerio, “Chi dice e chi tace” (Sellerio), proposto da Matteo Motolese;
Dario Voltolini, “Invernale" (La nave di Teseo), proposto da Sandro Veronesi.

 

Sette scrittrici e cinque scrittori, la vistosa assenza di alcuni esclusi - Fulvio Abbate, che aveva speronato il regolamento con la sua autocandidatura, Evelina Santangelo, Fabio Genovesi, Michela Marzano; ritorni come quello di Melissa P. e Dario Voltolini; una giovane autrice come Valentina Mira (che aveva esordito con un libro tosto come “X”, cronaca di uno stupro raccontato al fratello); ma anche autori noti e affermati come Donatella Di Pietrantonio, Paolo Di Paolo, Chiara Valerio e Antonella Lattanzi.

 

Ancora una volta “un panorama frastagliato e contraddittorio, ma esaustivo, sulla narrativa contemporanea in lingua italiana”, dice Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del Premio: «Abbondano le narrazioni oblique e non finzionali, composite, di taglio saggistico, memoriale o confessionale. Ma ritorna il romanzo d'impianto più classico, sia d'ambiente contemporaneo sia storico, con una lingua media, spesso intarsiata di dialetto, e un ritmo rapido, talvolta adattato alla serialità televisiva. All'opposto, svariate scritture sperimentali propongono impervie esperienze di lettura, in polemica e apprezzabile attitudine di resistenza alla prepotenza delle mode e del mercato».

 

Tra gli oltre 80 libri candidati, nota ancora Mazzucco «la provincia e la periferia ricorrono come spazio dominante», ma un altro luogo, più simbolico si impone: «È il bosco, anche nell’accezione metaforica di foresta o selva, luogo alternativo alla città, meta inquietante di un agognato ritorno alla natura in cui personaggi in fuga dalla civiltà si rifugiano, esplorando forme nuove di comunità».

 

Tra gli altri temi sottolineati c’è l’emergenza climatica, come sottotono di molte distopie, ma c’è anche l’attenzione a una catastrofe tutta italiana, come il virus della xylella, ricorda Mazzucco. «In un mondo senza certezze, l’elemento prevalente è l’acqua, il mare, il Mediterraneo, acqua assente a causa della siccità, acqua solida, che diventa ghiaccio nel ricordo di un’era glaciale che rispecchia la gelida sterilità che ci attanaglia». Poche nascite, pochissimo sesso. E le famiglie «incubatrici di abbandoni e rancore. Formare nuclei familiari non legati dalla biologia resta ancora un’utopia dolorosa».

 

In contemporanea all’annuncio dei libri in gara per la 78° edizione del Premio, è stata presentata anche la Cinquina del Premio Strega Europeo, vinto l’anno scorso da Emmanuele Carrère con il romanzo “V13” (Adelphi), che si assegnerà il 12 maggio al Circolo dei Lettori. Quest’anno, la rosa dei finalisti è questa:

 

© Musacchio, Pasqualini e Fucilla / MUSA

 

Shida Bazyar, "Di notte tutto è silenzio a Teheran" (Fandango Libri), tradotto da Lavinia Azzone; 
Paul Lynch, "Il canto del profeta" (66thand2nd), tradotto da Riccardo Duranti; 
Tore Renberg, "La mia Ingeborg" (Fazi), tradotto da Margherita Podestà Heir; 
Neige Sinno, "Triste Tigre" (Neri Pozza), tradotto da Luciana Cisbani; 
Rosario Villajos, "L’educazione fisica" (Guanda), tradotto da Roberta Arrigoni.

 

E per il Premio Strega Poesia, vinto nel 2023 da Vivian Lamarque, con L’amore da vecchia (Mondadori), approdano alla finale che si svolgerà il 9 ottobre a Roma al Colosseo, tra  144 libri in gara:

 

© Musacchio, Pasqualini e Fucilla / MUSA

 

Alida Airaghi, "Quanto di storia" (Marco Saya); 
Alessandro Anil, "Terra dei ritorni" (PordenoneLegge-Samuele Editore); 
Gian Maria Annovi, "Discomparse" (Aragno); 
Daniela Attanasio, "Vivi al mondo" (Vallecchi Firenze); 
Alessandro Baldacci, "Il dio di Norimberga" (Pequod); 
Antonio Bux, "Mappe senza una terra" (Rp libri); 
Roberto Cescon, "Natura" (Stampa 2009); 
Stefano Dal Bianco, "Paradiso" (Garzanti); 
Giovanna Frene, "Eredità ed Estinzione" (Donzelli); 
Rosaria Lo Russo, "Tande" (Vydia Editore); 
Tommaso Ottonieri, "Cinema di sortilegi" (La Vita Felice); 
Enrico Testa, "L’erba di nessuno" (Einaudi).