Il resort Domina Zagarella, il più vicino al relitto del super yatch affondato a largo di Palermo, è dove alloggiano i protagonisti della vicenda. Off-limits ai giornalisti dal giorno dell'incidente, siamo riusciti a entrare

Sin dalle prime ore del naufragio del Bayesian, l’hotel Domina Zagarella è diventato off-limits. Il resort di lusso sul mare era il più vicino al relitto del super yacht, affondato a mezzo miglio dalla costa di Porticello.

 

I soccorritori della Guardia Costiera hanno allestito una base operativa all’interno, mentre recuperavano i cadaveri delle 7 vittime. I 15 sopravvissuti dormono nell’ala nord e gli investigatori lavorano al piano terra. Siamo riusciti ad alloggiare per qualche giorno nell’hotel, dove nessun giornalista era entrato. Al nostro arrivo il mare è calmo, nessun segno della tempesta che ha travolto il veliero. L’unico ingresso è sorvegliato dalla sicurezza. Alla reception ci viene dato un braccialetto per essere sempre riconoscibili.

 

Il clima è surreale. Lo staff è consapevole della situazione, ma la maggior parte degli ospiti non ha idea di cosa sia successo e si sta godendo la vacanza. «Perché all’ingresso ci sono poliziotti e giornalisti? Credo che abbiamo scelto l’hotel sbagliato!» scherza una coppia con due figli. Un’addetta alle pulizie descrive la tragedia come “incomprensibile”, prima di allontanarsi. Nessuno qui è autorizzato a parlare con i turisti, figuriamoci con i giornalisti.

 

 

Il palco ospita uno spettacolo per bambini a tema Minions. A pochi metri di distanza, dentro il centro congressi, il procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e il sostituto procuratore Raffaele Cammarano stanno interrogando il capitano del Bayesian, James Cutfield. Tra i 5 piani dell’hotel notiamo ufficiali giudiziari trasportare faldoni contenenti materiale investigativo.

 

Quando incontriamo il comandante sembra irriconoscibile rispetto all’unica sua foto che è emersa. Cammina utilizzando una stampella e la sua gamba sinistra è ferita. Indossa cappello, occhiali, pantaloncini scuri e ciabatte. Comprensibilmente, ha un aspetto stanco e un’espressione devastata. Ha appena ricevuto l’avviso di garanzia per omicidio plurimo colposo e naufragio.

 

Martedì, insieme ai suoi avvocati Giovanni Rizzutti e Aldo Mordiglia, si siede davanti ai magistrati per la prima volta da indagato. Scoppia a piangere e non risponde. Lo ritroviamo al bar a bordo piscina mentre fuma una sigaretta. Un altro membro dell’equipaggio, Htun Yint Akaw, sta raccogliendo il suo passaporto. Guarda spesso fuori dalla finestra, verso il mare. Abbiamo appreso che non è la sua prima volta nell’hotel. È già stato qui il 19 luglio, 11 giorni prima che lo yacht partisse da Positano. È poi ritornato il 4 agosto e, infine, il 20 agosto.

 

 

Le due hostess del Bayesian Katja Chicken e Leah Randall sembrano più tranquille: sono fuori dall’inchiesta. Al bar interno vediamo l’inglese Matthew Griffith (vedetta di turno la notte del disastro), con il tallone destro ferito, e il suo connazionale Tim Parker Eaton (responsabile della sala macchine). Poche ore dopo entrambi finiranno nel registro degli indagati con le stesse accuse del loro comandante. Il vice, Tijs Koopmans, che vediamo preoccupato e al telefono, potrebbe essere tra i prossimi.

 

Tutto l’equipaggio pranza e cena al Cava, il ristorante a bordo piscina. I volti sono scuri. Il capitano è l’unico che non si lascia andare neanche per un momento. Ha spesso le mani sul volto, pensieroso. Qui c’è anche sua moglie, con cui tornerà a Maiorca appena ottenuti i documenti. I punti da chiarire sono diversi: portelloni lasciati aperti, razzo di emergenza in ritardo, deriva alzata, sala macchine allagata. Mercoledì mattina ufficiali giudiziari entrano in hotel con due nuovi avvisi di garanzia (per Griffith e Eaton), un mandato di perquisizione e un ordine di sequestro di dispositivi mobili. Nella hall, tra gli ospiti increduli, gli avvocati accompagnano i loro clienti sotto shock per l’identificazione. Contemporaneamente, le autorità stanno anche cercando di impedire un disastro naturale nel Mar Tirreno. Nel relitto del Bayesian ci sono ancora 18.000 litri di carburante. Il veliero va recuperato al più presto, anche per nuovi spunti utili all’indagine. Ma prima, le autopsie sui corpi dei 7 passeggeri deceduti. Se ne occuperanno specialisti dal Policlinico di Palermo. Gli interrogativi sulla serie di errori durante quella maledetta notte sono ancora molti. I procuratori sperano di ottenere risposte al più presto.