Architettura
La Procura di Milano chiede i domiciliari per gli architetti Boeri e Zucchi
L'accusa è di turbativa d'asta in merito al concorso per realizzare la nuova Biblioteca europea di informazione e cultura
La Procura di Milano ha avanzato una richiesta di arresti domiciliari per gli architetti di fama internazionale Stefano Boeri e Cino Zucchi, accusati di turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sul concorso di progettazione per la realizzazione della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic). La costruzione della Beic dovrebbe terminare entro il 2026 nella zona di Porta Vittoria, a Milano. La struttura è concepita come un polo culturale di respiro europeo, una biblioteca moderna e innovativa destinata a diventare un punto di riferimento culturale e architettonico.
L'accusa
Secondo l’accusa, Boeri, autore del progetto del celebre Bosco Verticale di Milano, e Zucchi, altro grande nome dell’architettura internazionale, avrebbero manipolato il processo di gara per la selezione del progetto vincitore, compromettendo la trasparenza del concorso. In particolare, i due, ordinari del Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, non avrebbero dichiarato di "condividere settori di interesse scientifico e didattico" con Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, ricercatori nello stesso dipartimento e membri della cordata vincitrice del concorso. Per Lunati e Floridi, la procura ha chiesto un'interdittiva temporanea.
Boeri, inoltre, sarebbe accusato di non aver reso nota la "frequente collaborazione professionale" fra il suo studio e SCE Project, guidato da Manuela Fantini, presidentessa del Cda e anch'essa membro della cordata vincitrice. Tale collaborazione sarebbe documentata da nove fatture per un totale di 117.728 euro. Queste informazioni, che secondo gli inquirenti avrebbero dovuto essere tempestivamente dichiarate, rappresenterebbero le "modalità fraudolente" attraverso le quali sarebbe stato compromesso il regolare svolgimento della gara.
La richiesta dei domiciliari
La misura cautelare dei domiciliari, richiesta anche per una terza persona la cui identità rimane ancora riservata, sarebbe necessaria per evitare possibili rischi di inquinamento delle prove o reiterazione del reato. Il prossimo 4 febbraio, davanti al giudice per le indagini preliminari (gip), è previsto l’interrogatorio preventivo che porterà alla decisione sull’applicazione degli arresti domiciliari.