Attualità
9 ottobre, 2025Naor Meningher sulla sua pagina internet diceva di aver lavorato alle campagne elettorali del primo ministro. Dopo che L’Espresso ha rivelato il suo coinvolgimento nell’ondata di recensioni negative contro le attività che si schierano a favore della causa palestinese, quella pagina è scomparsa
Sarebbe stato lui a chiamare alle armi l’esercito di account che hanno riempito di recensioni negative diversi locali tra Matera, Monopoli e Locorotondo che esponevano bandiere palestinesi in solidarietà alla popolazione di Gaza. Come scritto da L’Espresso, Naor Meningher, l’autore del post da cui è partito tutto, è anche un filmmaker e specialista di campagne digitali per il premier israeliano. Tutto pubblico e documentato sul suo sito internet. Come pubblici sono i contenuti disturbanti del podcast che conduce.
Dalle anteprime sui motori di ricerca la sua biografia è ancora visibile: “Ho lavorato con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu in entrambe le sue campagne del 2019, così come nelle campagne del 2020, 2021 e 2022, occupandomi di chatbot e dati digitali”. Cliccandoci, però, la pagina web in cui riportava il suo Cv e un portfolio di tutti i lavori che aveva realizzato non c’è più. Al suo posto, questo comunicato: “La modalità di manutenzione è attiva. Il sito sarà disponibile a breve. Grazie per la vostra pazienza”.

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