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27 novembre, 2025Articoli correlati
Il tribunale di Milano ha stabilito che quel licenziamento era illegittimo e che alla lavoratrice andranno versate le mensilità mancanti
Era stata licenziata della Scala per aver gridato “Palestina libera” lo scorso 4 maggio durante un concerto organizzato dall’Asian development bank a cui era presente anche Giorgia Meloni. Ora il tribunale di Milano ha condannato il teatro a pagare le mensilità che erano dovute alla maschera fino alla scadenza naturale del contratto, oltre alle spese di lite. Alla lavoratrice dovranno essere versati 809,60 euro per ogni mese fino a fine settembre, per un totale di 4 mila euro oltre a 3.500 euro che il teatro dovrà pagare per coprire le spese legali.
Il caso era stato sollevato dal sindacato Cub Informazione & Spettaolo, che aveva accusato la direzione della Scala di aver voluto compiacere il governo, “offrendo la testa del ribelle”, e di contribuire al “restringimento degli spazi democratici”.
A distanza di mesi, ora il tribunale di Milano ha dato ragione alla lavoratrice e ha dichiarato illegittimo quel licenziamento."Con l'assistenza dell'avvocato Villari la lavoratrice (che aveva un contratto a termine) sarà risarcita di tutte le mensilità che intercorrono dal licenziamento alla scadenza naturale del contratto. Il Teatro dovrà anche coprire le spese di lite — ha annunciato la Cub in una nota —. Lo abbiamo sostenuto fin dall'inizio che gridare 'Palestina libera' non è reato, e che i lavoratori non possono essere sanzionati per le loro opinioni politiche", ha proseguito la confederazione ringraziando i lavoratori che si sono mobilitati e invitando a scioperare il 28 novembre e a partecipare il 29 alla manifestazione nazionale pro-Palestina in programma a Milano. "Ora il teatro le rinnovi il contratto per evitare altre cause”, ha concluso D'Ambrosio.
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