Attualità
30 dicembre, 2025I giudici di secondo grado di Caltanissetta hanno bocciato il ricorso dell'Avvocatura dello Stato contro la precedente ordinanza del tribunale nisseno. Su Shahin pende un decreto di allontanamento firmato da Piantedosi
La Corte d’appello di Caltanissetta ha ribadito il "no" all’espulsione immediata dall’Italia di Mohamed Shahin, l'imam di Torino destinatario di un decreto di allontanamento firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. I giudici di secondo grado hanno infatti respinto il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato contro la precedente ordinanza del tribunale nisseno.
Anche secondo i magistrati dell’appello, Shahin va qualificato come "richiedente asilo" e, in quanto tale, non può essere rimpatriato fino alla conclusione dell’iter che definisce il suo status giuridico.
Nei giorni scorsi sul caso dell'imam si è pronunciato il Tar del Lazio. In questo caso si trattava della richiesta, presentata dai legali del religioso, di sospendere l'iter amministrativo verso l'espulsione. La proposta non è stata accolta dai giudici ma in ogni caso non ha avuto effetto, in quanto bisognava attendere l'esito della causa in corso a Caltanissetta.
Uno dei punti più problematici del caso di Shanin è che il decreto prevede l’espulsione verso l’Egitto. Dove però potrebbe andare incontro a persecuzioni e violenze, perché l’imam di Torino è considerato un “oppositore politico” del regime di al Sisi.
Nel frattempo, il nome di Shahin è emerso anche nell’indagine relativa a presunti fondi di beneficenza destinati alla causa palestinese che sarebbero stati dirottati verso Hamas.
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