Mentre Stati Uniti e Russia discutono della risoluzione del conflitto in Ucraina, senza la partecipazione di Unione europea e Ucraina, l'Italia subisce un nuovo cyberattacco di organizzazioni vicine a Mosca

L'ultima azione rivendicata dal gruppo di hacker filorussi NoName057(16) ha preso di mira diversi siti istituzionali italiani. Tra i bersagli, i portali del ministero delle Imprese e quello della Guardia di finanza. Sono stati attaccati anche i siti dell'Aeronautica militare e del ministero delle Infrastrutture, che per alcuni minuti sono risultati inaccessibili. L'attacco segue di poche ore un'azione analoga contro banche e società che si occupano di trasporto, anch'essa rivendicata dallo stesso gruppo. L'Italia potrebbe essere stata presa di mira per le recenti dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha paragonato l'aggressività russa ai danni dell'Ucraina all'espansionismo del Terzo Reich.


I colloqui di Riad

 

A Riad, intanto, è partito un ciclo di colloqui sulla guerra in Ucraina. Gli incontri, più volte rinviati, vedono un massiccio dispiegamento di forze di sicurezza locali. Per la Russia partecipano il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, l'assistente del Cremlino Yuri Ushakov e il ceo del Fondo russo per gli investimenti diretti Kirill Dmitriev. Gli Stati Uniti sono invece rappresentati dal segretario di Stato Marco Rubio, dal consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e dall'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff. La Cina guarda con favore l'iniziativa statunitense, ma sottolinea la necessità di coinvolgere "tutti gli attori". Lo ha dichiarato l'ambasciatore cinese presso le Nazioni Unite, Fu Cong, riprendendo le posizioni del Ministro degli esteri Wang Yi, che alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco aveva ribadito il ruolo fondamentale dell'Unione europea nei negoziati. Dopo le critiche per l'esclusione di Kiev e Bruxelles dal tavolo delle trattative, Washington ha precisato che il vertice saudita non segna l'inizio di veri e propri negoziati sulla guerra, ma rappresenta piuttosto un prosieguo della recente telefonata avvenuta tra Donald Trump e Vladimir Putin. Per Mosca, invece, i colloqui mirano al "ripristino delle relazioni russo-americane". Secondo Lavrov, entrambe le parti vogliono superare un "periodo anormale" nei rapporti tra i due Paesi. Mentre Stati Uniti e Russia discutono a Riad, l'Europa è relegata ai margini. L'inviato dell'amministrazione Usa per l'Ucraina, Keith Kellogg, è arrivato nella mattinata di oggi - 18 febbraio - a Bruxelles, per un incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen

 

L'Europa divisa e il monito di Draghi

 

"Per affrontare le sfide future, è sempre più chiaro che dobbiamo agire come se fossimo un unico Stato. La complessità della risposta politica che coinvolge la ricerca, l'industria, il commercio e la finanza richiederà un grado di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo", ha dichiarato Mario Draghi all'Eurocamera. L'ex presidente del Consiglio ha inoltre avvertito: "Se le recenti dichiarazioni degli Usa delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa". Il monito odierno di Draghi è arrivato in un momento di forte divisione tra i governi europei. Il vertice di Parigi sull'Ucraina, convocato dal presidente francese Emmanuel Macron, si è concluso ieri, 17 febbraio, senza che venisse raggiunta una linea comune. Sul tavolo anche l'ipotesi di inviare truppe di pace in Ucraina, sostenuta da Macron e dal premier britannico, ma osteggiata da diversi leader europei. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto "irritato" da chi propone tale scenario: "Parlare di questo ora è prematuro. Qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alla quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo". Anche Giorgia Meloni ha espresso perplessità sull'ipotesi di un intervento militare europeo.