AMBIENTE A RISCHIO
Anche a gennaio il caldo batte ogni record
Quasi due gradi in più rispetto alla media. Il centro Copernicus certifica un nuovo aumento del riscaldamento globale. E lancia l'allarme: "Le correnti più fresche non bastano più a raffreddare il Pianeta"
Un altro record negativo per la temperatura globale: il mese scorso è stato il gennaio più caldo mai registrato da quando si fanno rilevazioni. In particolare, la temperatura media globale a gennaio è stata di circa 1,75 gradi più alta rispetto all'epoca preindustriale. E 0,09 gradi in più rispetto al gennaio dell'anno scorso, che deteneva il record precedente. In superficie si sono raggiunti i 13,23 gradi centigradi, 0,79 in più rispetto alla media del periodo di riferimento 1991-2020. Lo ha calcolato il Copernicus Climate Change Service nel suo bollettino, che da tempo ci ha abituati a rilevazioni che alzano continuamente l'asticella della temperatura sul nostro Pianeta. Negli ultimi 19 mesi, per 18 volte le rilevazioni globali hanno superato di oltre 1,5 gradi i livelli preindustriali. Rendendo il proposito di contenere la temperatura di fine secolo a livelli di un grado e mezzo più alti della media attuale un impegno decisamente difficile da realizzare.
Il dramma delle montagne
Del resto, la rilevazione di Copernicus è una media globale. Legambiente ha denunciato che in Italia, in molti paesi di montagna, si è già superato un aumento della temperatura media di 2 gradi: un risultato che spiega la drammatica diminuzione dell'innevamento e lo scioglimento dei ghiacciai alpini. Nel suo libro "Montagne immaginarie" (Edizioni Ambiente), Michele Sasso scrive che "su 224 comuni montani situati nei comprensori sciistici o nelle loro immediate prossimità sono ben 22 quelli che dal 1961 al 2018 hanno subìto un aumento della temperatura di 3 o più gradi. Il primato spetta ad Aprica e Teglio, entrambi in provincia di Sondrio con 3,9 gradi in più".
Nonostante La Niña
Il record globale di gennaio è giustificato in particolare dalle temperature rilevate nell’Europa meridionale e orientale, Russia occidentale in primis. In Islanda, Regno Unito, Irlanda e Francia settentrionale invece si sono registrati valori inferiori alla media. Al di fuori dell’Europa, il riscaldamento è stato più intenso in Canada, Alaska, Siberia, e Antartide ma anche in zone più calde come Sud America, Africa e Australia. Stati Uniti, penisola arabica e parte dell’Asia sudorientale hanno registrato temperature inferiori alla media. La responsabile clima di Copernicus, Samantha Burgess, ha fatto notare che l'aumento di gennaio è avvenuto malgrado la corrente calda di El Niño, che aveva portato ai record dello scorso anno, sia stata sostituita da una corrente più fresca, chiamata La Niña. "Di solito, dopo un El Niño, le temperature globali scendono rapidamente", ha detto Burgess, "ma non è ciò che stiamo osservando".