Non è un nuovo caso Almasri, ma qualche parallelismo c’è. Non lo è perché sul comandante libico Abdel Thani al-Kikli, che è tornato in Italia, non pende nessun mandato d’arresto internazionale, a differenza di Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale per “crimini di guerra e contro l’umanità” ma che, dopo essere stato arrestato a Torino lo scorso 19 gennaio, è stato rilasciato dalle autorità italiane (per “vizi procedurali”, secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio) e rimpatriato in Libia a bordo di un’aereo, il Falcon, in dotazione ai servizi segreti. Al-Kikli, conosciuto in patria come Gheniwa, è dal 2021 il capo dello Stability support apparatus - ufficialmente incaricata di garantire la sicurezza di sedi e autorità di governo - milizia considerata responsabile di “crimini contro l’umanità nelle prigioni di Ayn Zarah e Abu Salim” e che per l’Onu è “ripetutamente coinvolta in violazioni e abusi”. Fonti della Cpi hanno fatto sapere che non risulta nell'elenco delle persone ricercate, ma su di lui pende una denuncia presentata dal Centro europeo per i diritti umani e costituzionali (Ecchr) in cui vengono menzionati almeno 500 episodi di stupri, torture e omicidi.
Il comandante libico è in Italia, a Roma, come ha denunciato su X il dissidente Husam El Homati, che ha pubblicato una foto che ritrae Al-Kikli e altri membri del governo di Tripoli intorno a un letto d’ospedale dove è ricoverato il ministro degli Interni libico, Adel Jumaa Amer, e ha scritto che il miliziano “è accusato di tortura, sparizioni forzate e uccisioni e sarebbe nella lista dei ricercato della Cpi secondo alcune fonti”. Secondo Repubblica, che ha rilanciato la notizia, si tratterebbe dell’European hospital dell’Eur. Secondo Amnesty International, la milizia guidata da Al-Kikli sarebbe stata creata nel gennaio del 2021 ed è ritenuta responsabile di detenzioni arbitrarie e torture “ben documentate. Le milizie sotto il comando di ‘Gheniwa’ hanno terrorizzato la popolazione del quartiere tripolino di Abu Salim mediante sparizioni forzate, torture, uccisioni illegali e altri crimini di diritto internazionale”. "Ho appena appreso stamattina he optrebbe essere in Italia un altro torturatore libico, Al-Kikli, che è accusato dall'Onu di gravi e ripetute violazioni e dal Dipartimento americano di crimini contro l'umanità - ha detto la leader del Pd, Elly Schlein -. Vogliamo chiarezza dal governo sul perché sta rendendo qquesto Paese un porto sicuro per le milizie libiche che spesso sono anche mafie libiche". Non è la prima volta che il comandante libico arriva nel nostro Paese. Lo scorso luglio era venuto per le finali del campionate libico, che si sono disputate in Italia, e per supportare l’Al Ahly club, squadra che dirige e controlla.