Un diciassettenne della provincia di Pisa alla guida di un trattore e un imprenditore marchigiano soffocato dai fumi di un'esplosione: sono le ultime vittime sul lavoro in ordine di tempo. Una piaga inarrestabile. Un bollettino di guerra continuo che non risparmia nessuno. I dati sono sconfortanti: dal 2021 al 2024, 4.442 persone hanno perso la vita sui luoghi di lavoro in Italia. Il settore più colpito è quello delle costruzioni con 564 perdite. Le zone geografiche a rischio più elevato si confermano il Centro e il Sud della Penisola, con Basilicata e Umbria in zona rossa.
"Un campo di battaglia senza trincea e senza scudi in cui va sottolineato il mercato del lavoro sommerso, dove ovviamente risulta assai difficile indagare", spiega Mauro Rossato, Presidente dell'Osservatorio sicurezza e ambiente Vega di Mestre. "A preoccupare non sono solo i numeri, ma anche e soprattutto l'incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa che non accenna a diminuire in modo incisivo". Oltre alla definizione del livello di sicurezza per ciascuna regione, l'Osservatorio individua l'identikit dei lavoratori più a rischio per fascia di età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità. Un dato, quest'ultimo, che continua a essere sempre più maglia nera fra i lavoratori anziani: nella fascia degli ultrasessantacinquenni l'incidenza nei quattro anni va da un minimo di 96,1 morti per milione di occupati relativo al 2022 a un massimo di 150,4 nel 2021. L'altra faccia della medaglia riguarda le nuovissime generazioni che tendono a infortunarsi maggiormente rispetto agli adulti, senza necessariamente gravi danni sulla salute e incolumità. Tutto questo può essere in parte spiegato da una minore esperienza ma, contemporaneamente, da una maggiore reattività nell'evitare conseguenze pesanti.

Una mostra per sensibilizzare sul tema della sicurezza sul lavoro
Sarà aperta al pubblico dal 5 aprile (e fino al 19 dicembre) negli spazi della Fondazione Dalmine in provincia di Bergamo la mostra dal titolo "Lavoro? Sicuro! prevenzione, comunicazione, protesta nel '900", una selezione di documenti, immagini, fotografie, vignette, oggetti provenienti da archivi, musei e collezioni private. L'esposizione è parte di un più ampio progetto di ricerca che ha l'obiettivo di documentare la presa di coscienza della piaga degli infortuni. Dalle prime forme di intervento privato promosse a Milano da imprenditori del '900 quali Ernesto De Angeli e Giovanni Battista Pirelli, alle connessioni con la nascita e lo sviluppo della medicina del lavoro, fino alla graduale istituzionalizzazione delle forme di assicurazione e tutela dei lavoratori da parte di enti statali e parastatali.
Il progetto "Lavoro? Sicuro!" è stato ideato come mostra itinerante curata da Giorgio Bigatti, direttore scientifico di Fondazione Isec, l'Istituto per la storia dell'età contemporanea con sede a Sesto San Giovanni. Il percorso si snoda attraverso tre strade: nella prima sezione viene ricostruita la messa a punto di misure preventive da parte di tecnici specializzati come ingegneri o medici, nella seconda si fa il punto sulla comunicazione alle aziende e ai dipendenti in merito al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, la terza illustra le lotte portate avanti per la salute in fabbrica. L'allestimento è realizzato da Paola Fortuna dello Studio+Fortuna di Trieste.